Israele, individuato un tunnel palestinese lungo la Striscia di Gaza

Un sottopassaggio di qualche decina di metri appena al di qua della linea di confine ma non oltre la barriera sotterranea. L'esercito: "E' di Hamas"

L’esercito israeliano ha annunciato di aver scoperto un tunnel che, dalla Striscia di Gaza, ha il suo sbocco in pieno territorio d’Israele. Un sottopassaggio che Tel Aviv ha definito “terroristico”, anche se non è stato ancora chiarito a quale fazione palestinese appartenga. Forse ad Hamas ma, per il momento, su questo punto resta il dubbio. Nessun dubbio invece, a quanto sembra, sulla destinazione d’uso: profondo qualche decina di metri, scavato nei pressi della recinzione di confine fra la Striscia (zona Khan Yunis) e il territorio di Israele, il tunnel si inoltra per qualche altra decina di metri al di qua della linea di demarcazione. A individuarlo, i mezzi di localizzazione israeliani, attivati nella fase di intervento attorno alla barriera sotterranea.

La risposta di Israele

Il tunnel, stando a quanto spiegato dall’esercito, non aveva ancora raggiunto la barriera, più interna in quel punto. Almeno una ventina i passaggi sotterranei individuati e neutralizzati, come precisato da un portavoce militare, il quale ha comunque fatto sapere che il tunnel in questione non rappresentava un pericolo per le comunità israeliane dell’area. La demolizione avverrà nei prossimi giorni, mentre per quanto riguarda eventuali reazioni l’esercito non da indicazioni: “Non so quale sarà la risposta. In seguito neutralizzeremo il tunnel ed esamineremo gli sviluppi”, ha detto il Generale Hidai Zilberman. La sorveglianza nella zona resta peraltro una priorità dal momento che, nei lavori di scavo della barriera, di sottopassaggi ne sono stati scoperti diversi. Lavori che, probabilmente, si avvieranno a conclusione la prossima primavera, forse per marzo 2021.

Sistema di localizzazione

Circa due anni fa, l’esercito israeliano aveva annunciato di aver attivato un sistema di rilevamento ad hoc, messo a punto nel 2016 e avviato subito dopo la distruzione di uno dei tunnel di collegamento. Una demolizione avvenuta in contemporanea alle proteste che avevano caratterizzato la Marcia del Ritorno nel 2018.