Israele, Onu: veto Usa a dichiarazione Consiglio sicurezza

Biden sente Netanhyahu: "Israele ha diritto a difendersi". Aggiornato a 69 il numero dei morti sulla striscia di Gaza

Gli Stati Uniti hanno ieri nuovamente bloccato l’adozione di una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Medio Oriente giudicandola “controproducente”, nel corso di una riunione a porte chiuse che potrebbe però essere seguita nei prossimi giorni da una nuova seduta questa volta pubblica. “I palestinesi hanno chiesto un incontro pubblico” – ha detto una fonte diplomatica -, che potrebbe essere organizzato già domani dalla Cina.

Il secondo “No” degli Usa in tre giorni

Nella seconda riunione d’urgenza in tre giorni richiesta da Tunisia, Norvegia e Cina, gli Stati Uniti hanno respinto, come avvenuto lunedì, la proposta di questi Paesi di adottare una dichiarazione che chiedesse una “riduzione dell’escalation, un cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati”.

Israele – riporta Ansa – sembra rifiuti qualsiasi coinvolgimento del Consiglio di sicurezza nel conflitto. Washington, il più stretto sostenitore dello Stato ebraico, si sarebbe mosso in questa direzione, secondo diversi diplomatici.

Per gli Usa “il Consiglio di sicurezza mostra la sua preoccupazione incontrandosi, non c’è bisogno di altro”, ha detto una fonte diplomatica. Secondo diverse altre fonti, 14 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza erano favorevoli all’approvazione del testo proposto.

Biden sente Netanhyahu: “Israele ha diritto a difendersi”

Israele ha diritto a difendersi”. Così il presidente Joe Biden, segnalando di aver parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e indicando di sperare che il conflitto finisca al più presto. Biden, inoltre, ha intenzione di nominare nelle prossime settimane l’ambasciatore americano in Israele. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, durante il briefing con i cronisti.

Ambasciatore palestinese: “Stop sfollamento forzato e pulizia etnica”

“La comunità internazionale deve agire senza indugio per chiedere che Israele cessi i suoi attacchi alla popolazione civile palestinese” e anche fermare i suoi “piani per lo sfollamento forzato e la pulizia etnica dei palestinesi dalla città” di Gerusalemme, ha affermato l’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour.

Gli attacchi proseguono

Intanto, le ostilità tra Israele e Hamas sono proseguite nella notte e nelle prime ore del mattino di oggi senza soste. I razzi lanciati dalla striscia di Gaza hanno raggiunto per la prima volta il Nord dello Stato ebraico, nella valle di Jezreel, dove hanno suonato le sirene.

È stato aggiornato a 69 il numero dei morti, tra cui 17 minori, dei raid israeliani sulla striscia di Gaza. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza. I feriti dall’inizio dei bombardamenti sono 388, aggiunge la stessa fonte.

Da esercito piani per possibile ingresso a Gaza

Piani per un possibile ingresso via terra a Gaza saranno presentati oggi al Comando generale dell’esercito per l’approvazione. Lo ha fatto sapere il portavoce militare Hidai Zilberman citato da Times of Israel. I piani – messi a punto dal Comando sud e dalla Divisione di Gaza – dopo l’eventuale approvazione saranno quindi sottoposti, ha aggiunto Zilberman, all’esame della leadership politica. L’esercito in questi giorni ha rinforzato il suo schieramento attorno alla Striscia ma ancora nessuna decisione di procedere con un possibile ingresso a Gaza è stata presa.