Incendio Torre a Milano: “I pannelli non erano sicuri”

Ci sono già alcune certezze sul maxi incendio che ieri pomeriggio ha distrutto il grattacielo senza causare né vittime né feriti gravi

Ci sono già alcune certezze nell’inchiesta della Procura di Milano, a 24 ore dal maxi incendio che ieri pomeriggio ha distrutto la Torre dei Moro di via Antonini, grattacielo di 18 piani, senza per fortuna causare né vittime né feriti gravi.

La prima è che il fuoco è divampato da un appartamento del quindicesimo piano, probabilmente per un cortocircuito all’interno o per il malfunzionamento di un impianto sul balcone. La famiglia proprietaria dell’appartamento dove si sarebbe innescato il rogo era in vacanza da due settimane e l’ultimo ad entrare sarebbe stato il portinaio per dare acqua alle piante 5 giorni fa.

L’effetto camino

La seconda è che le fiamme si sono propagate velocemente (intaccando in un quarto d’ora tutta la facciata del palazzo, trasformato in una “torcia”) a causa del cosiddetto “effetto camino“: l’aria che passa attraverso lo spazio di 15 centimetri che si trova tra il rivestimento esterno della struttura – il ‘cappotto termico’ fatto di materiale non ignifugo – e la struttura portante, ha alimentato le fiamme, come avviene in un caminetto domestico.

In modo “quasi innaturale” il fuoco correva lungo tutta la facciata del palazzo, a forma di vela, scendendo dall’alto in basso e poi risalendo, proprio per l’effetto creato dalla “camera d’aria” che stava nell’intercapedine tra la struttura esterna e quella portante.

Alucobond ignifugo?

Altro dato certo è che, riposta Ansa a detta degli stessi pm, quei pannelli del ‘cappotto’ esterno, composti di Alucobond, materiale costituito da lamiere di alluminio e polistirene, “bruciavano come se fossero di cartone”. E quindi le analisi sulle falle nella sicurezza del grattacielo, realizzato nel 2011 dalla Moro Real Estate di Alberto Moro, sono uno dei punti centrali delle indagini per disastro colposo che potrebbero portare, a garanzia per gli accertamenti tecnici, a iscrizioni nel registro degli indagati, verosimilmente di costruttori, responsabili dei lavori e progettisti. Saranno presto acquisiti i documenti relativi alle modalità di costruzione della torre, oltre ad una serie di testimonianze. Da verificare se quel materiale fosse stato indicato come ignifugo. Ad ogni modo, viene chiarito in Procura, una normativa specifica sulla sicurezza delle facciate degli edifici è “molto recente”.

Scale e porte taglia fumo

Le scale, a differenza di quella della Grenfell Tower londinese che andò a fuoco nel 2017 con 72 morti, hanno consentito alle persone di scendere senza problemi, perché dotate di un meccanismo che evita che il fumo possa entrare dalle fessure. “Ero appena tornato a casa dalle vacanze, ho sentito un forte odore già sul pianerottolo, mi sono affacciato dalla finestra e ho visto le volute di fumo provenire dall’appartamento di sotto”, ha messo a verbale un inquilino del sedicesimo piano che ha dato l’allarme. Decisiva per diffonderlo la “chat” creata tra i condomini.

La criticità delle bocchette

Tra gli elementi agli atti c’è un video, girato da un residente della zona, che mostra le prime fiamme e il fumo che escono dal balcone dell’appartamento al quindicesimo piano. A tratti diventa bianco e ciò dimostrerebbe che è entrato in funzione il sistema antincendio. Sistema che, tuttavia, secondo i pm, presentava diverse “criticità”: le “bocchette” dell’impianto da attivare manualmente funzionavano fino al quinto piano, non sarebbero state attive tra il quinto e il decimo, mentre hanno funzionato in parte oltre il decimo.

Nessuna vittima (fortunatamente)

“Poteva andare molto peggio”, ripetono gli inquirenti, facendo riferimento al fatto che in quella torre, nella zona sud est della città, in molti non erano ancora rientrati dalle ferie. Ci vivono una sessantina di famiglie e solo una trentina di persone sono state fatte evacuare. Se fosse accaduto di notte forse non ce l’avrebbero fatta. “Non ci sono vittime che è la cosa più importante, se non un cagnolino“, ha confermato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano al termine di un sopralluogo coi vigili del fuoco.

nel pomeriggio Felice Iracà, dirigente vicario del comando dei vigili del fuoco di Milano, ha spiegato che l’incendio è stato spento: “Abbiamo raggiunto la cima e aperto tutti gli appartamenti”.

Sala: “Accertare subito responsabilità”

“La magistratura è già al lavoro per chiarire la dinamica dell’accaduto. Il mio auspicio è che le responsabilità siano accertate con rapidità”. Lo ha scritto sui social il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando del palazzo distrutto da un incendio nella periferia Sud.

“La Torre del Moro è stata costruita poco più di 10 anni fa e non è accettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile – ha aggiunto Sala che ieri era sul posto per verificare la situazione -. Ieri la nostra città ha vissuto ore di profonda preoccupazione per le fiamme che hanno avvolto la Torre del Moro, nel quartiere Vigentino”.