Sequestrate dalle Fiamme Gialle le auto funebri del funerale del boss

Operazione della Guardia di Finanza. Le esequie sono da sempre un momento simbolicamente fondamentale per l'affermazione del potere della criminalità organizzata sui territori nei quali i clan sono maggiormente radicati

A gettare un fascio di luce  sul “mercato” del funerali a Vibo Valentia è stato il collaboratore di giustizia Andrea Mantella che, con le sue dichiarazioni ha permesso agli inquirenti di riscrivere la storia criminale del Vibonese degli ultimi 30 anni. Le esequie sono da sempre un momento simbolicamente fondamentale per l’affermazione del potere della criminalità organizzata sui territori nei quali i clan sono maggiormente radicati.

Clan

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia hanno sequestrato due auto funebri utilizzate da un’impresa vibonese in occasione delle esequie di Salvatore Mancuso, alias “U Zoppu”, di 46  anni, indicato come esponente di spicco dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Limbadi (Vibo Valentia), avvenute il 24 novembre 2018. L’auto che trasportava il feretro nella Chiesa di San Pantaleone di Limbadi non riportava nessuna insegna pubblicitaria che consentisse di risalire all’impresa incaricata di eseguire il funerale.

foto Altobelli / Spf

Canoni

Le successive indagini hanno permesso di accertare che l’impresa, in seguito individuata, utilizzava anche un secondo mezzo e che per entrambi era stata dichiarata la perdita di possesso dalla società di leasing proprietaria, in quanto la ditta locataria, nonostante la risoluzione dei contratti per il mancato versamento dei canoni dovuti, non aveva provveduto a restituirli. I militari, riferisce l’Agi, hanno denunciato gli amministratori dell’impresa funebre alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per il reato di appropriazione indebita e, contestualmente, hanno richiesto il sequestro preventivo dei mezzi, in quanto la loro libera disponibilità “avrebbe potuto aggravare le conseguenze del reato, procurando un ulteriore ingiusto profitto alla ditta locataria”. Il Tribunale di Vibo Valentia, accogliendo la richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, eseguito dai finanzieri.