E’ iniziato, alle 11:59, il solenne funerale di Stato della sovrana che ha regnato per 70 anni, più di chiunque altro, sul trono del Regno Unito e che è morta l’8 settembre scorso a 96 anni di età per concludersi con la sepoltura nella cappella di St George, annessa al castello di Windsor. Le insegne reali – la corona, lo scettro e il globo d’oro – sono state tolte dalla sua bara e consegnante nella cappella di St George al celebrante che le ha deposte sull’altare.
Il cerimonia finale
Le spoglie della regina Elisabetta hanno raggiunto la cappella per una breve cerimonia di suffragio officiata dal reverendo David Conner, rettore della complesso religioso locale prima della sepoltura. Dentro 800 ospiti scelti, fuori – con militari e collaboratori della casa reale – la pony Emma e alcuni cani Welsh Corgie cari a Sua Maestà. Sul pennone del castello sventolava, mentre la bara è stata accolta in chiesa dall’inchino dei fedeli e dal suono di un organo. In precedenza il corteo dell’auto funebre era stato seguito ancora una volta, per tutta la rampa verso Windsor, dai quattro figli di Elisabetta e Filippo (re Carlo e i principi Anna, Andrea ed Edoardo) e dai due figli di Carlo, William e Harry. Una rappresentanza a cui nel cortile del castello si sono uniti vari membri della Royal Family, come il duca di Kent e altri; poi, all’ingresso in chiesa, anche le consorti. Carlo, primogenito e successore al trono, si è avvicinato da solo – con tutti gli astanti in piedi – a deporre sulla bara il vessillo che tradizionalmente serve a identificare il comandante in capo in battaglia; mentre a seguire il Lord Ciambellano della casa reale ha spezzato la bacchetta di comando, a suggellare la fine del potere terreno di un sovrano defunto. Sia il vessillo, sia il bastone spezzato verranno sepolti assieme a Elisabetta.
Una “fede semplice e solida”
Il reverendo Conner ha ricordato la fede religiosa di Elisabetta II ancora una volta durante il rito come “semplice e solida“, additandola a fondamento dell’esempio di “coraggio e di speranza”, oltre che di servizio “al Paese, al Commonwealth e al mondo più vasto della nostra sorella Elisabetta”.
Famiglia reale in prima fila
In prima fila i membri della famiglia reale, con gli uomini in uniforme militare a partire da re Carlo III. Al suo fianco la regina consorte Camilla, sobria nella sua mise scura: un abito nero con ricami applicati seguendo la linea dello scollo a v, corredato da un cappellino con veletta.
Sull’altro lato sono seduti i principi di Galles: William e Kate con i figli George e Charlotte. Il principe George siede fra il papà William e la mamma Kate: composto, indossa un completino scuro e la cravatta. La sorellina Charlotte indossa un cappello a falde rigide decorato da un fiocco dello stesso colore, ha i capelli sciolti sulle spalle e un cappottino che arriva alle ginocchia, abbottonato fino al colletto in velluto. Rispettosa e quasi immobile anche lei in prima fila, era entrata in abbazia con grazia e con la compostezza dettate dalla circostanza. Kate Middleton – naturalmente anche lei vestita di scuro – con un cappello a falde larghe e un collier di perle a più fili. Cappello a falde larghe anche per Meghan Markle, la moglie del principe Harry, che indossa un abito a mantella. Impeccabilmente scuro in segno di lutto il dress code anche delle circa 2000 persone all’interno dell’Abbazia di Westminster.
La bara è stata seguita lungo la navata centrale all’interno dall’abbazia anche dai principini George e Charlotte, bisnipoti della sovrana, unitisi con la regina Camilla e con le altre consorti al corteo – dietro re Carlo, i suoi fratelli e i suoi figli – solo dentro la chiesa.
Rito anglicano per il funerale, con tocco ecumenico
E’ affidato ai vertici della Chiesa anglicana, la confessione cristiana di cui Elisabetta II è stata fedele e nominalmente capo per 70 di regno, l’ufficio del rito funebre solenne per la regina, nell’Abbazia di Westminster. A presiedere la liturgia è il reverendo David Hoyle, rettore dell’abbazia, mentre il sermone è affidato all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra.
Previste anche la recita di preghiere in chiave ecumenica da parte di dignitari di altre confessioni cristiane, a iniziare dal cardinale Vincent Nichols, arcivescovo cattolico di Westminster.
In prima fila non mancano rappresentanti religiosi di altre fedi presenti nel Regno Unito: dall’Islam all’Ebraismo, dall’Induismo al Buddismo.
Il programma comprende inni sacri moderni e tradizionali, nonché la lettura di un passo della Sacra Scrittura da parte della baronessa Patricia Scotland, segretario generale del Commonwealth: e la recita di una preghiera dei fedeli da parte della premier Tory britannica, Liz Truss.
I responsabili del protocollo hanno reso noto inoltre alcuni dettagli della cerimonia privata di sepoltura, durante la quale sarà cantato un inno della tradizione ortodossa, il Russian Kontakion of the Departed: riecheggiato già l’anno scorso durante l’inumazione dell’amato principe consorte Filippo, nato nella famiglia reale greca e imparentato con quella imperiale russa.
Il ricordo del reverendo Hoyle
Il reverendo David Hoyle ha aperto la liturgia dopo il canto di un primo inno solenne, ricordando con la voce inizialmente incrinata dall’emozione il valore simbolico dell’abbazia di Westminster nella lunga vita di Elisabetta II: che qui fu unita in matrimonio con il principe Filippo ancora da principessa ereditaria nel 1947 (inaugurando quella che sarebbe stata un’unione durata 73 anni); e sempre qui fu incoronata solennemente regina nel giugno del 1953, poco più di un anno dopo essere salita sul trono britannico 26enne alla morte di suo padre, re Giorgio VI: il sovrano legato con Winston Churchill alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.