Francesco prega con i santuari per la fine della pandemia

Sabato la mobilitazione spirituale che è segno della speranza cristiana e della vittoria della vita sulla morte. Il successo della novena mariana di don Aldo Buonaiuto

Saranno in collegamento i più grandi santuari mondiali: dall’Europa, Lordes, Fatima, San Giovanni Rotondo, Pompei, Czestochowa; dagli Stati Uniti d’America, il santuario di Immaculate Conception (Washington D.C.); dall’Africa, il santuario di Elele (Nigeria) e di Notre-Dame de la Paix (Costa d’Avorio); dall’America Latina, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe (Messico), di Chiquinquira (Colombia), di Lujan e di Milagro (Argentina).

Foto © Vatican Media

In mondovisione

“Uniti nella preghiera per invocare nella pandemia l’aiuto e il soccorso della Vergine Maria e per affidare al Signore l’umanità intera”. Sabato 30 maggio, alle ore 17,30, Papa Francesco presiederà la recita del Santo Rosario dalla Grotta di Lourdes, nei Giardini Vaticani. La celebrazione mariana, trasmessa in diretta mondovisione, è promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, sul tema “Assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria (At 1,14)”. Si uniranno alla preghiera i santuari del mondo, con uno speciale coinvolgimento delle famiglie, ricorda un comunicato dello stesso Pontificio Consiglio. Un momento di preghiera mondiale per quanti intendono unirsi con Papa Francesco alla vigilia della domenica di Pentecoste.

In prima linea

Le decine saranno recitate da alcune donne e uomini in rappresentanza di varie categorie di persone particolarmente toccate dal virus. Ci saranno, informa il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, un medico e un’infermiera, per tutto il personale sanitario impegnato in prima linea negli ospedali; una persona guarita e una che ha perso un familiare, per tutti coloro che sono stati personalmente toccati dal coronavirus; un sacerdote, cappellano ospedaliero, e una suora infermiera, per tutti i sacerdoti e le persone consacrate vicini a quanti sono provati dalla malattia; una farmacista e una giornalista, per tutte le persone che anche nel periodo della pandemia hanno continuato a svolgere il proprio servizio in favore degli altri; un volontario della Protezione civile con la propria famiglia, per quanti si sono adoperati per far frontea questa emergenza e per tutto il vasto mondo del volontariato; e una giovane famiglia, a cui è nato, proprio in questo periodo, un bambino, segno di speranza e della vittoria della vita sulla morte. Ai piedi di Maria il Pontefice porrà i tanti affanni e dolori dell’umanità, ulteriormente aggravati dalla diffusione del Covid-19.

Ave Maria

L’appuntamento per la fine del mese mariano è un ulteriore segno di vicinanza e comsolazione per quanti, in vari modi, sono stati colpiti da coronavirus, “nella certezza che la Madre Celeste non disattende le richieste di protezione”. Intanto  prosegue con successo (due milioni e mezzo di contatti all’Ave Maria in diretta sui social e su Youtube) l’iniziativa spirirituale con la quale ogni sera alle 19,30, su impulso del sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, don Aldo Buonaiuto, si supplica, la Madonna per ottenere la fine della pandemia coronavirus. “Tante sono le persone raggiunte dall’iniziativa proposta a metà marzo dai fedeli laici che mi hanno sollecitato in tempo di lockdown a intraprendere questa mobilitazione spirituale e morale- osserva don Buonaiuto-. E’ così che è stato centrato l’obiettivo di tenere viva la fiammella della devozione mariana in un momento nel quale la domanda di sacro e di religione percorre nuove strade e cerca strumenti di dialogo individuale e comunitario che integrino quelli istituzionali e tradizionali”. E aggiunge: “La natura globale dell’emergenza sanitaria in corso si comprende anche dalla moltitudine di collegamenti che riceviamo via web da decine di nazioni che si uniscono alla novena per senso di condivisione e per un sentimento autenticamente cattolico, secondo l’etimologia del termine. L’importanza di questo inaspettato traguardo numerico (2 milioni e mezzo di partecipanti) va contestualizzata in un utilizzo finalmente positivo e costruttivo di quelle piattaforme tecnologiche che, per necessità, sono state trasformate dai credenti in luoghi virtuali sostitutivi e integrativi dell’ordinaria attività pastorale, forzatamente rallentata a causa delle misure anti-contagio“.