False perizie mediche sul pentito Mantella: 9 a giudizio

Corruzione, favoreggiamento personale, frode processuale e false perizie. Sono i reati per i quali la Dda di Catanzaro ha ottenuto dal gup distrettuale il rinvio a giudizio nei confronti di due avvocati, consulenti tecnici di parte, medici e periti. Gli imputati sono in totale 9. Le condotte sono aggravate dalle finalità mafiose, rappresentate dalla volontà di favorire il boss emergente di Vibo Valentia Andrea Mantella (oggi collaboratore di giustizia), all'epoca dei fatti ricoverato nella clinica cosentina Villa Verde di Donnici (Cs). Processo anche per Andrea Mantella, Francesco Lo Bianco di Vibo Valentia (cugino di Mantella) e Antonio Falbo, 57 anni, di Lamezia Terme (nel cosentino). Secondo l’accusa, i due avvocati, dopo l’omicidio di Raffaele Cracolici, il boss dell’omonimo clan di Maierato ucciso il 4 maggio 2004 a Pizzo, avrebbero aiutato Andrea Mantella a precostituirsi un falso alibi per eludere le indagini. I periti, quali consulenti tecnici della difesa, avrebbero falsamente attestato che Mantella sarebbe stato affetto da patologie psichiatriche tali da renderlo incompatibile con il carcere e farlo trasferire a Villa Verde, a Donnici, nel Cosentino. Mantella avrebbe simulato nel febbraio 2006 un suicidio nel carcere di Catanzaro.

Regali e denaro

Gli avvocati, attraverso consulenze mediche di parte ritenute false, sono accusati di aver presentato istanze volte a far uscire Mantella dal carcere. Seconodo l'accusa, per ottenere ricoveri “facili” nella clinica di Donnici, Andrea Mantella e Francesco Scrugli avrebbero sborsato quasi centomila euro in regali per i medici, fra denaro contante, rolex, prosciutti, vini pregiati, tappeti e materassi. Il processo è stato disposto per gli avvocati Salvatore Staiano e Giuseppe Di Renzo, i medici Luigi Ambrosio, Domenico Buccomino, Massimiliano Cardamone, Silvana Albani. Il processo si aprirà il 9 luglio dinanzi al Tribunale collegiale di Catanzaro. Andrea Mantella, 47 anni, ritenuto elemento di spicco della 'ndrangheta di Vibo Valentia, aveva deciso di collaborare con la giustizia nel 2016. La Dda di Catanzaro, secondo quanto si apprende, ha provveduto a sollecitarne il trasferimento da Spoleto nell'apposita sezione del carcere romano di rebibbia. Mantella aveva terminato di scontare delle condanne definitive per associazione mafiosa, ma invece di lasciare il carcere di Spoleto per far rientro a Vibo Valentia, è stato trasferito nella capitale. Viene ritenuto un elemento di primo piano prima del clan Lo Bianco e dei Piscopisani rivali del clan Mancuso di Limbadi. Vanta legami parentali con il clan Giampà di Lamezia Terme e le sue dichiarazioni potrebbero svelare anni di delitti e malaffare nell'intera Calabria.