Etiopia: al via oggi il Consiglio di sicurezza Onu sulla guerra del Tigrè

Il conflitto è iniziato il 4 novembre scorso dopo che il Governo ha accusato i guerriglieri di aver attaccato due postazioni militari

Il premier etiope, Abiy Ahmed Ali

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi il suo primo incontro sul conflitto nella regione dissidente del Tigrè, in Etiopia. Lo affermano fonti diplomatiche. L’incontro virtuale non sarà aperto al pubblico e non è ancora chiaro se in seguito verrà rilasciato un comunicato, hanno detto le stesse fonti.

La zona calda del Tigrè

La regione dei Tigrè (che una volta aveva lo status di provincia) è quella più a nord tra le nove regioni dell’Etiopia. È popolata principalmente da persone di etnia tigrè e tigrina. Confina a nord con l’Eritrea (provincia che si rese indipendente dall’Etiopia nel 1993), ad ovest col Sudan. La sua capitale è Macallè e la regione conta quasi 5 milioni di abitanti.

Il premier premio Nobel per la Pace

Ieri, 23 novembre – scrive Agi – il premier etiope, Abiy Ahmed Ali, ha concesso “72 ore di tempo” ai leader del Tigrè per la resa. Si profila, altrimenti, l’offensiva finale delle forze governative. “La strada verso la loro distruzione volge al termine e chiediamo loro di arrendersi entro le prossime 72 ore”, ha detto Ahmed in una dichiarazione indirizzata ai leader del Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf), a capo della regione dissidente.

Il conflitto tra l’esecutivo centrale dell’Etiopia e il Tplf è iniziato il 4 novembre scorso dopo che Ahmed aveva accusato i guerriglieri nella regione dissidente di aver attaccato due postazioni militari, fatto poi smentito dal Tplf.

L’eccidio di Mai Kadra

Nello specifico, a inizio novembre erano stati registrati incidenti presso le caserme militari del Comando settentrionale etiope, imputati dal governo centrale al Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè. Ciò aveva portato a un contrattacco da parte della forza di difesa nazionale etiope.

La situazione è andata ulteriormente peggiorando il 9 novembre 2020, quando le forze di sicurezza regionali fedeli al TPLF erano state accusate di aver ucciso centinaia di civili (per lo più lavoratori a giornata di etnia Amhara) nel massacro di Mai Kadra. la leadership del TPLF aveva negato la responsabilità, mentre le forze armate governative avevano mosso contro la città di Makallé.

Ieri l’ultimo appello del primo ministro, insignito del Premio Nobel per la pace nel 2019: “Cogliete l’ultima possibilità”, ha avvertito Ahmed.