Donate alla Cina 700mila mascherine

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La Chiesa non è restata inerme dinanzi al dilagare del coronavirus in Cina, divenuta una vera e propria emergenza sanitaria nel Paese del Dragone: ad oggi, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e i morti solo in Cina sono 361 e superano i decessi causati dalla Sars stessa che nel 2002-03 uccise 349 persone, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Mascherine

Intanto la Cina, per fronteggiare l'epidemia di 2019-nCoV (detto anche nuovo coronavirus di Wuhan) “necessita urgentemente” di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici. “Quello di cui la Cina necessita urgentemente allo stato sono le maschere mediche, le tute protettive e gli occhiali protettivi”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, in un briefing online con i media. In aiuto all'emergenza, il Vaticano ha spedito in Cina circa 600-700mila mascherine per aiutare a prevenire la diffusione del contagio da Coronavirus. Lo ha riferito il vicedirettore del Pontificio Collegio Urbano, Vincenzo Han Duo, al Global Times. A prendere l’iniziativa, insieme alla Farmacia vaticana e alla comunità cinese in Italia, l’elemosiniere del Papa, il card. Konrad Krajewski. In Vaticano non ci sarebbe “nessuna allerta” per quanto riguarda l’epidemia del nuovo coronavirus. Lo ha dichiarato ai giornalisti Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, specificando che “solo la Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha diramato alle autorità preposte all’accesso allo Stato una nota informativa sul coronavirus (219-nCoV)”. “Non sono in atto misure restrittive di alcun genere poiché allo stato attuale ritenute non necessarie”, ha assicurato Bruni. Anche il Papa, durante l’Angelus di domenica 26 gennaio, si era riferito all’epidemia in atto: “Desidero anche essere vicino e pregare per le persone malate a causa del virus che si è diffuso in Cina”, le sue parole. “Il Signore accolga i defunti nella sua pace, conforti le famiglie e sostenga il grande impegno della comunità cinese, già messo in atto per combattere l’epidemia”, è stato l’auspicio del Santo Padre.

Il “nuovo” virus

Il virus 2019-nCoV viene definito “nuovo” perchè anche la Sars fa parte della vasta famiglia dei coronavirus, virus dotati di pericapside il cui nome si riferisce all'aspetto caratteristico dei virioni (la forma infettiva del virus), visibile al microscopio elettronico, che presenta una frangia di grandi proiezioni superficiali bulbose che creano un'immagine che ricorda una corona. La trasmissione dei coronavirus tra umani avviene principalmente attraverso le goccioline respiratorie (droplet) emesse da un individuo infetto mediante tosse o starnuti che, successivamente, vengono inalate da un soggetto sano che si trovi nelle vicinanze. Non è chiaro se sia possibile infettarsi anche dopo aver toccato superfici od oggetti ove sia presente il virus e portando successivamente le mani verso la propria bocca o verso il naso o gli occhi. Sebbene i virus respiratori siano trasmissibili solitamente quando il soggetto malato presenta anche i sintomi, sembrerebbe che il coronavirus 2019-nCoV – diversamente dai membri della sua famiglia – possa diffondersi anche in occasione di un contatto ravvicinato con un paziente asintomatico. Dal momento che ci si ammala a quando insorgono i primi sintomi, può passare anche una settimana o dieci giorni. Questo potrebbe essere uno degli aspetti della veloce trasmissione e diffusione del virus nell'epicentro dell'epidemia, la città cinese di Wuhan.