Def, Cnel: “Sulla crescita, resta un elevato grado di incertezza”

La relazione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel) sul Def presentata alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato

Sull’economia italiana “permane un elevato grado di incertezza posto che la previsione della NADEF 2020 del 6 per cento si sia rivelata troppo positiva rispetto al 4,1 per cento previsto attualmente”. E’ quanto si legge nella relazione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) sul Def presentata questa mattina in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il Cnel è un organo di rilievo costituzionale della Repubblica italiana con funzione consultiva rispetto al Governo, alle Camere e alle Regioni.

Le condizioni per raggiungere risultati positivi

In particolare, secondo il Cnel, sono due le fondamentali condizioni per raggiungere risultati positivi: innanzitutto “il raggiungimento dell’obiettivo della somministrazione dei vaccini 80% della popolazione entro l’autunno 2021″ e in secondo luogo “una piena e rapida attuazione degli obiettivi e dei programmi indicati nel Def e nel PNRR, che è necessaria per vincere la partita chiave di una crescita qualificata e abilitante”. (ANSA).

Cnel: “Preoccupa carenza indicazioni e scadenze su riforme”

“Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) segnala con preoccupazione la carenza di indicazioni e di scadenze precise per l’attuazione delle riforme che costituiscono il necessario complemento del PNRR”. E’ quanto si legge nella relazione sul DEF presentata dal presidente Tiziano Treu e dal segretario Paolo Peluffo in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Al riguardo – aggiunge il Cnel – solleva perplessità l’affermazione contenuta nel documento che le stime prudenziali del DEF sono elaborate senza computare gli effetti di tali riforme”.

Bene politiche su investimenti lavoratori e imprese

“Si condivide la scelta di proseguire, anche nei prossimi mesi, nel perseguimento di politiche espansive sia di sostegno alle imprese ed ai lavoratori colpiti dalla crisi, e sia per aumentare il volume degli investimenti”, si legge ancora nella relazione.

“Al riguardo – affermano ancora i responsabili del Cnel – il bilancio pubblico, come affermato dal Ministro dell’Economia e Finanze, opera alla stregua di un grande ammortizzatore sociale e, contemporaneamente, di uno strumento per evitare la perdita di potenzialità produttive in settori chiave del Paese”.

“Avviare subito riforma fisco organica”

“Con riferimento alla materia fiscale, in particolare, occorre una riforma organica da avviare subito, e una più decisa lotta alla evasione che è essenziale anche per restituire risorse alla collettività e per compensare almeno in parte gli oneri delle riforme stesse”, riferisce il presidente Treu di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “A questo proposito il CNEL, attraverso la istituzione di una Commissione di esperti, – si legge ancora – sta elaborando una proposta complessiva, in parte già sottoposta al Parlamento, che verrà finalizzata in tempi brevi”.

Scongiurare perdurante bassa occupazione

“Il rischio di una perdurante bassa occupazione va scongiurato non solo per motivi di giustizia sociale, ma anche perché essa è un fattore che ostacola una efficace ripresa economica”, prosegue la relazione sul Def.

“Al riguardo – si legge ancora – servono impegni precisi e coraggiosi mirati all’innalzamento del tasso di occupazione verso i livelli dei Paesi dell’UE che deve assumere una decisa centralità per i prossimi anni, con particolare riguardo ai giovani e alle donne. Il CNEL lo ha più volte sottolineato, indicando anche misure concrete da adottare e le stesse Linee guida europee per il NGEU, nel prescrivere una valutazione di impatto su tutte le misure nazionali, chiedono in particolare che si valutino le ricadute occupazionali delle diverse politiche industriali ed economiche”.

Politiche attive sul lavoro, no a sostegni o incentivi

“In una ottica di strategia di ‘medio periodo’, il DEF dovrebbe indicare misure fatte non di sostegni o incentivi (tipo il rinnovo degli esoneri contributivi per il sud e le donne), ma di politiche attive per il lavoro, per la ricollocazione dei lavoratori, per la riqualificazione delle competenze a sostegno della mobilità dei lavoratori per favorire e supportare la transizione verde”, si legge nella relazione del Cnel sul Def illustrata da Treu e Peluffo.

“In questa direzione – prosegue – sono da considerare il ‘fondo nuove competenze’, che pur sostenendo indirettamente le imprese che investono in formazione, tuttavia non risolve il problema della riqualificazione dei lavoratori, dell’incrocio tra domanda e offerta di competenze e della transizione formazione-lavoro. Anche le risorse a valere sul fondo ReactEU destinate alle politiche attive, seppur modeste, sono un altro passo nella giusta direzione, la cui efficacia tuttavia dipenderà dalla riorganizzazione dell’Anpal e dalla collaborazione Stato-Regioni”.

Più precisione su riequilibrio conti pubblici

“Il DEF 2021 sottolinea opportunamente che non va dimenticato l’equilibrio dei conti pubblici, a fronte della inevitabile crescita del deficit e del debito; ritiene peraltro che tale equilibrio sia raggiungibile nei prossimi anni via via che la economia recupererà terreno, in ciò facilitato dai bassi tassi di interesse e dall’andamento dell’avanzo primario” prosegue il Cnel sottolineando tuttavia che “tali affermazioni andrebbero avvalorate da elementi più precisi“.

Nell’audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato i responsabili del Cnel hanno osservato inoltre che “tanto più che il nostro Paese intende ricorrere ampiamente ai prestiti del NGEU, a differenza di altri paesi che non li utilizzano affatto. Inoltre, la stessa conclusione risente di non pochi elementi di incertezza, legati all’andamento delle diverse variabili economiche in gioco e alla stessa capacità di effettiva implementazione delle misure previste dal DEF e dal PNRR nei prossimi anni”.

Al riguardo il CNEL “ha già ricordato che il patto di stabilità è ancora esistente posto che la sospensione ha ad oggetto solo le sanzioni connesse alla sua violazione, e per questo ha segnalato la necessità di valutare una sua modifica, e – conclude – intende elaborare una propria proposta“.