Alcide De Gasperi, lo statista cristiano ispirazione per i politici di oggi e del domani

A 66 anni dalla morte del grande statista, il suo esempio resta ancora un faro per le nuove generazioni della politica italiana

Il 19 Agosto è un dovere ricordare Alcide De Gasperi, un grande testimone della storia della ricostruzione dell’Italia, dopo la Seconda Guerra mondiale. Uno Statista Cristiano, tra i fondatori dell’Unione Europea con Adenauer e Schuman. E’ un dovere presentare un grande testimone dell’Italia, per dare non solo riferimenti storici di verità ma di fiducia a chi si vuole impegnare in politica nel 2020 e nel futuro.

In particolare, “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri” (Paolo VI nel 1974) e aggiungiamo che, in particolare, i giovani millennials hanno bisogno di credere che è ancora possibile, anzi necessario nel Terzo Millennio, “servire la politica e non servirsi della politica” (come ammoniva Don Luigi Sturzo, già 101 anni fa).

Sono purtroppo moltissimi giovani millennials che non conoscono De Gasperi e la storia della Democrazia Cristiana o la conoscono in modo distorto, come è stata raccontata, per il suo ultimo e travagliato periodo di tangentopoli.

E molti di loro non sanno che la Democrazia Cristiana al Governo, per alcuni decenni, è riuscita a fare diventare l’Italia la sesta Potenza industriale nel mondo e a essere rispettata, nello scenario politico internazionale. Tanto che un suo rappresentante autorevole, Amintore Fanfani, è stato eletto Presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1965.

Noi, come Fondazione Dc, rivendichiamo l’impegno a dare continuità alla figura di De Gasperi, come statista, come democristiano, come uomo di Governo e rappresentante della Democrazia Cristiana, la cui cultura politica sarebbe estremamente necessaria nei tempi attuali, caratterizzati da slogan populisti, grande trasformismo a rinnegarli, da dimenticanza delle proprie radici culturali.

E’ ormai opinione unanimemente condivisa e purtroppo accade da troppi anni in Italia che “senza un grande cultura di riferimento e senza etica condivisa, un progetto politico ha vita breve e non porta benefici concreti alla società, non offre una piattaforma di sviluppo economico e sociale per il futuro dei giovani.