Dati Istat, la scure della pandemia sull’Italia

Mortalità record per l'effetto Covid-19: a marzo decessi triplicati in Lombardia, più che raddoppiati in Emilia Romagna

Molise
Medico in ospedale

Il Centro Studi Nebo affronta il tema della supermortalità del mese di marzo 2020, con una analisi della serie storica Istat relativa a due terzi della popolazione della Lombardia e a metà di quella dell’Emilia Romagna, alla luce dei decessi dichiarati dalla Protezione Civile come correlati al Coronavirus.

Supermortalità

L’analisi dei dati Istat dei 554 comuni lombardi consente, in sintesi, di indicare come attese non più di un terzo delle morti verificatesi nel mese di marzo, al quale si aggiunge il 28% di morti legate ai decessi rilevati dalla Protezione Civile in quanto pazienti con Covid19. Un ulteriore 39%, invece, è classificabile come supermortalità ma non è esplicitamente riconducibile all’epidemia in corso in quanto rilevata dall’Istat come mortalità generale e non essendo ancora disponibili le statistiche di mortalità per causa. Nel caso dell’Emilia Romagna, la quota di decessi attesi nei 157 comuni selezionati (secondo le stime basate sugli andamenti degli anni precedenti e fino a febbraio 2020) è del 43%. Del restante 57% solo il 16% può essere ricondotto alla casistica correlata ai soggetti positivi al Coronavirus, mentre per il restante 41% si tratta di decessi per cause non specificate. Trattandosi di una selezione, non di un campione, e date le difficoltà legate all’analisi dei decessi in pazienti con Covid, i risultati dell’analisi del Centro Studi Nebo rappresentano solo una ipotesi, ma è evidente che l’impatto dell’epidemia di Coronavirus è molto maggiore di quanto le statistiche della Protezione Civile lascino intuire.

Maggior copertura

Le elaborazioni sono state condotte su due terzi dei comuni della Lombardia e sulla metà dei Comuni dell’Emilia Romagna. Se i dati dei comuni disponibili fossero rappresentativi delle rispettive regioni di appartenenza l’esito dell’analisi Nebo porterebbe a quantificare per le prime quattro settimane di marzo, oltre alla mortalità attesa, 8.700 decessi in Lombardia e 3.400 in Emilia Romagna che si andrebbero a sommare al numero di deceduti positivi al coronavirus (quasi 6.000 in Lombardia e 1.340 in Emilia Romagna). È pertanto “auspicabile che si possa disporre quanto prima di dati che offrano una maggior copertura e che consentano di indagare la mortalità per causa“, sottolineano i ricercati del Centro Studi Nebo. I dati pubblicati dall’Istat relativi alla mortalità generale 2020 fino al 28 marzo riguardano 1.450 comuni dei 7.904 totali (18%) che coprono una popolazione di 17 milioni di abitanti (equivalenti al 28% del totale nazionale). Le singole regioni, tuttavia, contribuiscono in modo molto eterogeneo a questa statistica. Per questo motivo il Centro Studi Nebo ha focalizzato l’attenzione su Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni più colpite dall’epidemia di coronavirus e che presentano un’ampia copertura.

Decessi legati al Covid-19

La lettura congiunta dei dati delle due fonti, Istat e Protezione Civile, richiede tuttavia molta cautela per la differente modalità di raccolta dei dati; in particolare, i decessi Istat sono dichiarati per comune di residenza e si riferiscono alla data di decesso, mentre tali informazioni non sono esplicitamente dichiarate per i dati della Protezione Civile. La mortalità di pazienti con Covid19 pubblicata quotidianamente per regione può, quindi, risentire sia di ritardi di notifica e pertanto mancanza di casi registrati nei giorni successivi, che di imprecisioni circa la residenza del deceduto. Per la Lombardia, in particolare, negli ultimi giorni del periodo osservato il numero di morti affetti da Covid stimato per i comuni selezionati tende a coincidere con il numero di deceduti rilevato dall’Istat, presumibilmente sia perché i decessi rilevati dalla Protezione Civile possono riferirsi a giorni precedenti sia perché gli stessi casi sono stati imputati al complesso dei comuni analizzati proporzionalmente alla mortalità generale, non essendo disponibili i decessi legati al coronavirus a livello più disaggregato dell’ambito regionale.