Dantedì, l’Italia in quarantena celebra il Sommo Poeta

Con il "Dantedì" previste tante iniziative, dai flashmob "domestici" alla lettura dei versi del poeta fiorentino. Franceschini: "Simbolo dell'unità del Paese"

Chiesa

Chissà se Dante se lo sarebbe mai aspettato: celebrarlo oggi, declamare nei “gironi infernali” delle nostre case quei versi che, invece, sono segnati dai incontri, più o meno nefasti. Il 25 marzo 1300 è, infatti, la data che per gli studiosi sancisce l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante Alighieri. Un cammino che, com’è giusto che sia per le opere eterne, attraversa spazi e luoghi più consoni al nostro cuore che alle note di un semplice racconto. Oggi avremmo voluto leggere i versi più struggenti della Divina Commedia nelle piazze italiane, ma per un paradosso quasi inevitabile, siamo costretti a farlo nell’isolamento del Paese. Per questo, il Mibact ha deciso di lanciare il Dantedì: una giornata interamente dedicata al poeta fiorentino con iniziative “domestiche”, letture e flashmob. Un’ondata di cultura tutta italiana che si propone di far riscoprire un poeta che, mai come ora, potremmo sentire come un compagno di viaggio: “Riscoprire Dante, tutti insieme, sarà un modo per restare uniti, in un momento così complesso, attraverso il filo conduttore della poesia. So che gli insegnanti stanno già facendo sforzi importanti per portare avanti la didattica a distanza, per restare in contatto con i nostri ragazzi” ha detto la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Dante nella “selva oscura” in un’incisione di Gustave Doré

Poeta dell’uomo

Il Sommo Poeta vive in un periodo di massimo sviluppo per l’Italia. In bilico fra Umanesimo e Rinascimento, sperimenta il valore della libertà e il peso dell’esilio: “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui” farà dire al suo trisavolo Cacciaguida nella Commedia, e in quelle parole c’era ancora l’umanista di una realtà in bilico. Sarà Boccaccio a superare questa figura e inaugurare, con il Decamerone, l’uomo moderno per eccellenza. Ma Dante ne prepara il terreno. Firenze in quegli anni gode della ricchezza. Vanità di vanità, se si pensa che saranno proprio le tratte mercantili a diffondere, di lì a due decenni, la temibile “peste nera“, il flagello giunto dall’Estremo Oriente e diffusosi con rapidità dal Nordafrica ai Paesi scandinavi. Il Poeta non conoscerà questa catastrofe umanitaria, ma sarà testimone di quella cultura impregnata di devozionismo che renderà gli uomini dei rassegnati. Oggi che stiamo vivendo una pandemia, chissà quanto influirono le credenze sul contagio. Dante ci dipinge un volto, il suo, lambito da Paradiso e Inferno, scisso tra beatitudine e dannazione. Dante ritrae l’uomo reale, che non indossa armature, ma le solite vesti stracciate: è l’uomo con il suo peccato, che o si redime o è destinato a perdersi per sempre.

L’iniziativa

Per questo in un momento particolarmente difficile, le tante iniziative previste si spostano sulla rete. Sono tanti gli artisti che hanno accolto l’appello per leggere Dante e l’invito alla lettura è rivolto anche ai più giovani: “Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti” ha dichiarato il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. Per questa prima edizione del “Dantedì”, sul canale Youtube del Mibact è trasmesso un filmato realizzato appositamente con i preziosi contributi di Paolo Di Stefano, giornalista del Corriere della Sera e promotore della giornata dedicata a Dante, ma anche Alberto Casadei dell’Associazione degli italianisti; Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca; Carlo Ossola presidente del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante; del linguista e filologo prof Luca Serianni della Società Dante Alighieri; di Natascia Tonelli dell’Università di Siena e di Sebastiana Nobili dell’Università di Ravenna.