Dante, modello per l’impegno politico dei cristiani di oggi

Un'accurata analisi del Centro Studi Livatino sul rapporto tra l'Alighieri e la vita sociale del credente e di ogni uomo

Dante

La figura di Dante Alighieri può essere letta sotto infiniti punti di osservazione. Così, ai giuristi del Centro Studi Livatino, non è sfuggita la riflessione sul tema della laicità e dell’impegno politico dei cristiani, riferendosi proprio alla figura dell’immenso poeta.

Come osserva l’autrice Daniela Bianchini, Dante come militante politico puntò il dito contro la degenerazione dei costumi e di una politica non orientata al bene comune, ma agli interessi personali. Attingendo alla morale naturale prima ancora che cristiana, non ebbe timore di denunciare la corruzione dilagante. Anzi, nelle sue opere esortò a uscire dall’angusta prigione dell’egoismo per riscoprire la pienezza della pace.

Aspetto rilevante della laicità è il suo stretto rapporto con l’impegno politico, a cui tutti i cristiani sono da Dio chiamati. Questo rende Dante estremamente attuale.

Anche in considerazione del rapporto fra il potere temporale ed il potere spirituale, e sull’importanza di non mostrarsi passivi, l’Alighieri seppe esprimersi.

Del resto D fu molto attivo nella vita politica comunale, fino ad essere eletto Priore, la massima carica di governo della città. Pagò le ingiuste accuse dei Neri, suoi avversari politici, per riprendere il potere e subì due processi e fu condannato in contumacia.

Qui iniziò il lungo esilio che lo portò a vagare di corte in corte in cerca di aiuto e protezione, fino alla morte. Ciò non distolse l’Alighieri dall’interesse per la politica, pur in maniera differente. Dante ha mostrato gli effetti disastrosi cui conduce una politica non incentrata sulla giustizia, destinata a decadere in demagogia.

FirenzeLe sue osservazioni scaturivano vivendo quanto accadeva a Firenze, città all’epoca assai fiorente, ma che, all’analisi del poeta, era fragile, dilaniata dai contrasti interni generati dal desiderio di sopraffazione e di conquista del potere.

In Dante i temi della laicità e partecipazione politica sono strettamente legati. Tutto emerge chiaramente nella Commedia.

Qui appare severo il giudizio dell’Alighieri per coloro che in vita si sono sottratti agli impegni e alle responsabilità legate all’esistenza umana e al vivere sociale. Dante vede in una vita priva di slanci e di partecipazione, incentrata sulla mera coltivazione dei propri interessi e del proprio comodo, il rifiuto e il disprezzo della stessa natura umana.

Evidenti i legami anche alle Sacre Scritture: il cristiano non può isolarsi dal mondo, perché è chiamato a trasmettere – prima di tutto con la propria vita ‒ la parola di Dio, e a impegnarsi nell’ambito civile come cittadino.

Ferma condanna per il poeta fiorentino verso la corruzione, le ingiustizie, i soprusi come se fossero accessori naturali del vivere sociale: l’uomo ha il diritto di essere felice e per fare questo deve combattere contro la cupidigia.

L’attualità del messaggio dantesco è legata alla trasmissione dell’universale messaggio di onestà, di giustizia e di fraternità così vivo sue opere e in particolare dalla Divina Commedia.

In un mondo, quale quello attuale, con particolare riferimento al panorama europeo, dove vi è la tendenza sempre più forte alla superficialità è importante, soprattutto per i più giovani, tornare a leggere pagine cariche di valori, di umanità, di esortazione come quelle della Divina Commedia.

Chiesa

Come conclude l’autrice Daniela Bianchini, fanno riflettere, allora, le proposte di vietare lo studio di Dante nelle scuole, con il pretesto che il pensiero dantesco sarebbe omofobo, antisemita e persino islamofobo.

Del resto Dante subì la censura della Monarchia per aver avuto il coraggio di difendere il messaggio evangelico da pretese teocratiche e la Chiesa dalla mondanizzazione.

Gli attacchi alla cultura e soprattutto alle opere di alto valore morale, come insegna la storia, celano sempre obiettivi contrari alla dignità umana.