Covid: primo caso di contagio tra le Guardie Svizzere in Vaticano

Papa Francesco ha scritto una lettera per esprimere la propria vicinanza alla popolazione che vive in strada nel Brasile flagellato dal covid

Dottrina
Guardia svizzera in Vaticano (immagine di repertorio)

Nuovo caso di Covid in Vaticano: a risultare positivo è una delle Guardie Svizzere. Si tratta del primo caso di coronavirus nel corpo della Guardia svizzera pontificia, la Päpstliche Schweizergarde, il corpo armato al servizio del papato creato il 22 gennaio 1506 da Papa Giulio II.

Secondo una lettera interna inviata a sottufficiali e guardie – citata dai media svizzeri – sono state immediatamente applicate nuove restrizioni. Il quartiere è praticamente isolato e sta per essere emesso un divieto di congedo. Si chiede inoltre alle guardie di indossare le mascherine anche all’interno della caserma.

Il primo caso in marzo

Il primo caso in Vaticano era venuto fuori lo scorso 5 marzo. In quel caso, si trattava di uno dei pazienti, un senza fissa dimora, che era stato in visita in uno degli ambulatori medici voluti dal Papa.

“Questa mattina – aveva annunciato in quell’occasione il portavoce vaticano Matteo Bruni – sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al Covid-19 riscontrata ieri in un paziente”. Era comunque rimasto sempre in funzione il presidio di Pronto Soccorso.

Coronavirus in Brasile

Crescono intanto i contagi nel mondo. Le Nazioni più colpite sono Usa, India e Brasile. Qui, i contagi sono 5 milioni 95mila e i decessi accertati 150.488, secondo i dati aggiornati della Johns Hopkins University.

Ma i casi sommersi, specie nelle grandi favelascon migliaia di persone che non hanno accesso né alle cure né ai tamponi – si teme possano essere molto numerosi.

La telefonata del Papa

Sabato scorso Papa Francesco ha chiamato al telefono padre Julio Lancellotti, vicario episcopale per la Pastorale del popolo di strada dell’arcidiocesi di San Paolo, in Brasile, proprio per esprimere la sua vicinanza alla popolazione che vive in strada e senza una fissa dimora in questo periodo di pandemia.

In un’intervista al settimanale dell’arcidiocesi si São Paulo, padre Julio ha riferito che, alle 14.15, ha ricevuto una chiamata da un numero non identificato e, quando ha risposto, il Santo Padre si è presentato con semplicità: “Sono Papa Francesco”, chiedendo al sacerdote se preferiva parlare in spagnolo o in italiano.

“Il Papa ha detto che ci accompagna con affetto, conosce le difficoltà che stiamo vivendo, di non scoraggiarci e, come Gesù, di stare con i poveri”, ha detto padre Lancellotti.

Francesco ha anche chiesto al sacerdote di trasmettere alla popolazione di strada il messaggio che li ama molto e li ha benedetti. “Il Papa è stato molto semplice e vicino, come se parlassimo tutti i giorni”, ha detto al Sir il vicario episcopale, commosso e sorpreso dalla chiamata: “Mi sono spaventato. Quando ha detto che era Papa Francesco, all’inizio ero incredulo”.