Cosa c’è di vero su bioterrorismo e Covid-19

La mappa di Interris degli allarmi e delle ipotesi che collegano l’epidemia di coronavirus all’ipotesi di esperimenti militari segreti.

“Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole”, così diceva proprio Mao Tse-tung, e mai, come ora è necessario sperare che il vento propizio possa soffiare presto anche sul nostro Paese. L’umanità, attraversata da profonde spaccature geopolitiche, economiche e georeligiose, deve riscoprirsi unita per far affrontare la “guerra mondiale” al Coronavirus.

Gli interrogativi

Ma il diffondersi di quella che ormai l’Oms ha dichiarato essere una pandemia, ha suscitato inquietanti interrogativi e provocato infuocate polemiche, mai come adesso fuori luogo e dannose. Dalla paura sorta nella popolazione alla ricerca di cause che, secondo alcuni esperti, potrebbe addirittura avere un origine militare e bioterroristica, al virus che sta dilagando su scala planetaria. Il bioterrorismo è una realtà scientificamente provata e per una sconcertante convergenza di situazioni è proprio nella città cinese epicentro della pandemia (Wuhan) che opera il Wuhan National Biosafety Laboratory nel quale vengono studiati gli agenti patogeni più pericolosi al mondo.

Potere distruttivo

Si parla infatti di bioterrorismo: una pratica che consiste nell’utilizzo intenzionale di agenti biologici quali virus o batteri per azioni contro l’incolumità pubblica quali attentati o stragi o minacce volte a creare panico e isteria collettiva. Gli agenti biologici utilizzati possono essere reperiti in natura, o possono essere modificati dall’uomo al fine di aumentarne il potere distruttivo, la virulenza o la diffusione nell’ambiente. Quest’ultima può avvenire attraverso l’aria, l’acqua, il cibo o le bevande. Oggi la corsa alla ricerca del vaccino per il Covid-19 è rallentata per il timore del bioterrorismo, poiché è elevato il rischio che determinate conoscenze siano utilizzate come armi biologiche. Un rapporto ufficiale europeo del 2003 lo afferma chiaramente: “Una delle minacce alla vita nel mondo globalizzato è la possibilità di diffusione internazionale di un agente biologico, zoonotico (di origine animale) o meno, emergente o riemergente, di origine naturale, accidentale o intenzionale”.

Come nel Coronavirus, la cui origine sembra riferibile a un pipistrello, tre quarti degli agenti di malattie infettive sono di origine animale; così è stato per il virus Ebola. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato ben 29 agenti biologici viventi utilizzabili a fini bioterroristici. Di questi, i 12 più pericolosi sono noti come la “sporca dozzina”. Interessante è lo studio effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità proprio sul rischio del bioterrorismo. L’Interpol ha un’unità specializzata nel bioterrorismo, descritto come “vera minaccia”, il cui danno “può raggiungere dimensioni insospettate, causando un gran numero di infezioni e morti e seminando paura e panico a scala mondiale”.  Il sito web dell’Interpol spiega che la proliferazione di dati e conoscenze provenienti da Internet rende disponibili “canali di comunicazione nascosti e anonimi, come il web oscuro, per acquistare, vendere, scambiare informazioni”. Nel caso Coronavirus, si è esposto in sostegno di tale tesi anche il professore di diritto allʼuniversità dellʼIllinois e creatore del Biological Weapons ActFrancis Boyle, il quale afferma dal sito Geopolitics and Empire che il Coronavirus è “un’arma da guerra biologica potenzialmente letale” e che sarebbe “fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza” di Wuhan.

Allarmismo

Negli stessi giorni, in molti hanno puntato il dito suoi siti di informazione e suoi mass media, responsabili di aver diffuso notizie catastrofiche. Anche oggi le proteste montano dopo che la bozza del decreto del governo (che impone la chiusura parziale dei movimeti in Lombardia e non solo) è stata pubblicata in anticipo dalla CNN. Quest’ultima ha risposto che la velina è giunta dalla Regione Lombardia. Il rischio è che si crei una paura esagerata. In molti vedono il Coronavirus come una forma di terrorismo psicologico che ha galvanizzato interi continenti. Ma anche l’OMS è passata dal fare un appello alla calma il 28 gennaio ad affermare due giorni fa “è pandemia, non si può fermare”. Però, sono parecchi gli studiosi e virologi, tra cui Burioni e Gismondo, che semplicemente, facendo presente la pericolosità di un contagio esteso e non controllato, non mancano di sostenere che bisogna mantenere la calma e adeguarsi alle indicazioni del governo predisposte in concerto con gli scienziati.

Tutti sono chiamati alla responsabilità: le istituzioni devono avere la forza di fare applicare rigidamente le disposizione adottate a difesa della salute pubblica. E i cittadini devono comprendere che la cooperazione con le autorità rappresenta un dovere civico la cui violazione comporta sanzioni penali e riprovazione sociale.