Coronavirus, Pechino: “I contagi sono 12 mila”

Sei mesi di emergenza in Italia e un supercommissario in arrivo: è la prima volta che in Italia viene adottato un provvedimento del genere ma, dopo i due casi di contagio riscontrati a Roma (una coppia di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani) e altri 12 pazienti sotto esame, si tratta di una misura necessaria per monitorare la questione coronavirus e contenere la legittima preoccupazione degli italiani. Nella giornata di ieri, i medici dell'ospedale capitolino avevano delucidato sulle modalità di diffusione del virus, possibile solo dal contatto con persone che hanno già manifestato i sintomi connessi, parlando in questo senso di un rischio di contagio “da basso a molto basso” in caso di individuazione rapida delle infezioni. Con un invito generale a non cadere in sentimenti deleteri come la psicosi e, soprattutto, l'intolleranza e gli episodi di discriminazione verso persone di nazionalità cinese: “La situazione è di assoluta tranquillità – ha detto il prefetto di Roma, Gerarda Pantalone -. Cerchiamo di non esasperare situazioni che esasperate non sono”. Un riferimento al cartello comparso nella giornata di ieri in un bar nei pressi di Fontana di Trevi, che vietava l'ingresso a turisti provenienti dalla Cina: “Stop psicosi e allarmismi – ha twittato la sindaca di Roma, Virginia Raggi -. Ascoltiamo solo indicazioni e pareri delle autorità sanitarie“.

Speranza: “Sei mesi di emergenza”

Nel frattempo, in un'intervista a Repubblica, il ministro della Salute, Roberto Speranza, traccia le linee guida dello stato di emergenza, cercando di tranquillizzare i cittadini: “Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell'Oms abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell'infezione Sars. Le misure sono di carattere precauzionale e collocano l'Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale”. E, in merito allo stop ai voli, il ministro ha spiegato di aver “firmato l'ordinanza di stop dopo una discussione con il premier e gli altri ministri. Arginare la diffusione del contagio è l'aiuto più concreto alla Cina per uscire rapidamente dall'emergenza”. In merito ai turisti già in Italia, “studieremo con il governo cinese azioni per favorire i rimpatri. Al momento la sicurezza per noi viene prima di tutto”.

La situazione in Cina

Se in Italia e negli altri Paesi europei la situazione viene data sotto controllo, in Cina la questione è decisamente più seria: al momento, il bilancio dei contagi parla di 11 mila persone (12 mila in totale nel mondo) ad aver contratto il coronavirus, con 259 decessi, sensibilmente aumentati in 24 ore visto che il precedente bilancio ufficiale ne segnalava 213. Tutti i decessi avvenuti nelle ultime 24 ore (a fronte di 2.102 contagi) a eccezione di uno, secondo quanto riferito da Pechino, sono stati registrati nella provincia di Hubei, ritenuta il focolaio del coronavirus. Segno che i provvedimenti di emergenza e le restrizioni disposti dall'autorità non hanno finora sortito gli effetti sperati. In Cina è ancora piena emergenza.