Coronavirus, ecco come l'Italia riporterà a casa i suoi cittadini

Scuole e università chiuse, strade desolate. Vere e proprie città fantasma, la popolazione si divide tra chi è chiuso in casa per paura del contagio e chi è in ospedale per curarsi. Hong Kong ha deciso di bloccare i collegamenti dei treni ad alta velocità e dei traghetti con la Cina continentale dal 30 gennaio. Tuttavia il contagio ha già superato i confini cinesi e si è diffuso in molti altri paesi, arrivando anche in Europa: tre casi in Francia confermati il 24 gennaio scorso e – notizia di poco fa – uno in Germania nello stato sudorientale della Bavaria.

Il parere dell'Oms contro i rimpatri

L'Organizzazione mondiale della sanità non raccomanda l'evacuazione dei cittadini di altri Paesi dalla Cina e invita la comunità internazionale a “mantenere la calma e a non reagire in maniera eccessiva”, ciò nonostante diverse Nazioni stanno organizzando il trasferimento dei propri connazionali. 

Che cosa accadrà agli italiani in Cina

Per gli italiani che si trovano in Cina è da escludere un trasferimento via terra e dunque la Farnesina sta “valuntando insieme con altri soggetti tra cui l'istituto Spallanzani, il ministero della Sanità e il centro interforze l'idea di un trasferimento aereo”, che comunque “sarà complesso”. Lo ha detto il capo dell'Unità di Crisi Stefano Verrecchia. “Siamo sempre in contatto con i connazionali – ha detto – che sono circa una settantina in buone condizioni di salute”. Ma per il rimpatrio manca ancora l'ok di Pechino.

I francesi torneranno domani

Intanto dopo domani dovrebbero tornare da Wuhan i cittadini francesi che non presentano sintomi. Il segretario di Stato ai Trasporti francese ha fatto sapere che ci sarà successivamente un “secondo volo”, con date ancora da determinare, “con persone potenzialmente affette dal virus”.