Coldiretti: “Vendite boom di frutta e verdura per le vitamine”

sostenibilità
Frutta e verdura al supermercato

Italiani a caccia di frutta e verdura nei supermercati per introdurre vitamine e proteggersi meglio dal coronavirus. Un metodo antico, spesso non considerato efficace dagli addetti ai lavori (medici, virologi, nutrizionisti..) che però “convince” sempre più persone. Lo evidenziano i dati raccolti da Coldiretti: con l’emergenza pandemica, la spesa di frutta e verdura delle famiglie balza a +16% nei supermercati nazionali. Secondo i dati IRI relativi all’ultima settimana rilevata dall’8 al 15 marzo, la crescita è trainata dalla voglia di avere in casa una riserva naturale di vitamine: ed è corsa all’acquisto di arance, kiwi, mele, pere, fragole ma anche insalate, carote, pomodori, cavolfiori, broccoli, carciofi, asparagi e patate che garantiscono una riserva naturale di vitamine. L’82% degli italiani cerca di acquistare prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio secondo l’indagine Coldiretti Ixè. E per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – evidenzia Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di Campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più. E per venire incontro a queste nuove esigenze dalla Val d’Aosta alla Sicilia gli agricoltori dei mercati, degli agriturismi e delle fattorie degli agricoltori di Campagna Amica hanno attivato anche servizi di consegna a domicilio, per far arrivare sulle tavole degli italiani le eccellenze del territori a chilometri zero con le iniziative visibili sul sito www.campagnamica.it.

Manodopera straniera

Se in Italia il rifornimento non manca, a preoccupare gli agricoltori – continua la Coldiretti – è la difficoltà delle spedizioni all’estero – lo scorso anno è stata esportata ortofrutta per un valore di quasi 5 miliardi – ora a rischio dai lunghi rallentamenti alle frontiere che danneggiano i prodotti deperibili. Pesa inoltre – aggiunge Coldiretti – la mancanza di manodopera per i nuovi raccolti, arrivati in anticipo per effetto del caldo inverno. “Con i vincoli alla circolazione tra Paesi – spiega la Coldiretti – è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, soprattutto Est Europa come Romania, Albania, Bulgaria e Polonia. Sono molti i ‘distretti agricoli’ del nord dove i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – evidenzia la Coldiretti – della raccolta delle fragole e asparagi nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva, delle mele, delle pere e dei kiwi in Piemonte, dei pomodori, dei broccoli, cavoli e finocchi in Puglia. “Occorre intervenire al più presto per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti e per questo occorre prorogare gli attuali permessi per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare ai lavoratori stranieri di dover rientrare nel proprio Paese di origine” chiede il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.