Camorra: colpo al clan Cutolo, 12 misure cautelari a Napoli

Gli indagati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio e porto abusivo di armi

Un arresto dei carabinieri (immagine di repertorio)

All’alba di oggi, 11 maggio, i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno esegito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di 12 persone ritenute affiliate al gruppo camorristico “Cutolo”, radicato nel Rione Traiano, quartiere della periferia occidentale di Napoli.

Undici le persone arrestate (9 in carcere e due ai domiciliari) ed una sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra gli arrestati anche esponenti del clan “Sorianiello”.

Le accuse

Gli indagati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e porto abusivo di armi.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e della compagnia di Bagnoli e coordinate dalla DDA di Napoli – riferiscono i militari – hanno consentito di documentare e ricostruire l’attività del gruppo criminale, sotto l’influenza dello storico cartello dell’Alleanza di Secondigliano.

Le dinamiche del clan

I carabinieri hanno fatto luce sulle dinamiche del clan, capeggiato da Gennaro Carra, Vincenzo Cutolo – figlio di Salvatore e di Giuseppina Ostinato – e di Francesco Pietroluongo.

Il gruppo camorristico fa i suoi affari illeciti nella zona del Rione Traiano di Napoli, in particolare con il traffico di stupefacenti e le estorsioni. Scoperte anche le modalità di gestione della “cassa comune”, finalizzata anche al mantenimento degli affiliati detenuti e dei loro familiari.

Droga a fiumi

Gli inquirenti hanno ricostruito un sistema di approvvigionamento e smistamento di sostanze stupefacenti che, attraverso la gestione delle “piazze di spaccio” del Rione Traiano, consentiva di vendere al dettaglio ingenti quantitativi di cocaina, marijuana e hashish.

Il tentato omicidio di Francesco Minchini

I carabinieri hanno anche fatto luce e raccolto prove circa la volontà da parte del clan Cutolo di tentare di eliminare Francesco Minchini, loro rivale in quanto affiliato al gruppo criminale facente capo a Giuseppe Marfella. Uno scontro armato, quello tra i Cutolo e i Marfella, inquadrato nella lotta per il controllo delle attività illecite nel Rione Traiano.

Decapitato il clan Sorianiello

Tra gli arrestati figurano infatti Giuseppe Mazzaccarro, ritenuto a capo del gruppo camorristico della famiglia Sorianiello, Giuseppina Ostinato, coniuge di Salvatore Cutolo, capo storico ed indiscusso del gruppo malavitoso dei Cutolo, e Antonio Calone, detto “Tonino di Posillipo”, legatosi alla famiglia Cutolo nella quale svolgerebbe un ruolo apicale malgrado sia considerato colui che detiene il controllo criminale del quartiere di Posillipo.

Il precedente: la faida tra il clan Cutolo e il clan Puccinelli

Il 28 maggio 2019 i Carabinieri della Compagnia di Napoli Bagnoli avevano già arrestato altre 21 persone appartenenti al clan Cutolo, ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, di associazione finalizzata a delitti in materia di sostanze stupefacenti, di tentato omicidio e di delitti in materia di armi.

La lunga e complessa attività di indagine aveva permesso di documentare l’esistenza e l’operatività del clan Cutolo e gli equilibri criminali nella zona del Rione Traiano, da sempre oggetto delle mire della criminalità organizzata grazie ai notevoli introiti economici assicurati attraverso il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni.

In particolare, l’indagine aveva ricostruito l’alternarsi di periodi di pacifica coesistenza, in una logica spartitoria del mercato della droga, a periodi di violenta contrapposizione tra il clan Cutolo, egemone nella parte “bassa” del rione Traiano, ed il clan Puccinelli, operante nella parte “alta” del medesimo rione. Nel corso delle indagini erano inoltre stati operati numerosi sequestri di armi (fucili, pistole e oltre un migliaio di proiettili) e di sostanze stupefacenti (del tipo cocaina, hashish e marijuana) per un peso complessivo pari a circa 30 kg.