Cile, crisi sanitaria, politica e sociale. Tripla emergenza

L’arcivescovo Chomali: "In Cile alla crisi sanitaria e socioeconomica si è aggiunta quella politica, dalle conseguenze imprevedibili"

Cile

Le tre crisi che sta vivendo il Cile non permettono di vedere un futuro chiaro e porteranno solo più disaffezione nei confronti dei leader e delle autorità, e meno pace. Secondo l’episcopato cileno è giunto il momento per “un maggiore consenso, reciproca simpatia e soprattutto solidarietà”. Perciò la Chiesa cilena a mettere al centro “coloro il cui futuro dipende in gran parte dalle politiche pubbliche, derivanti da chi ha il mandato solenne di portarle avanti”.

Disperazione in Cile

“La crisi sanitaria sta lasciando migliaia di morti, migliaia di malati, migliaia di famiglie in lutto, e molta tristezza e disperazione. A questa si è aggiunta impetuosa la crisi socioeconomica, con migliaia di licenziamenti, migliaia di persone e di famiglie senza futuro, almeno a breve termine. Purtroppo alla crisi sanitaria e socioeconomica se ne è aggiunta un’altra ancora, le cui conseguenze sono imprevedibili. E cioè la crisi politica che stiamo attraversando. Ciò dovrebbe allertare tutti gli attori sociali”, afferma monsignor Fernando Chomali Garib, arcivescovo di Concepción in un editoriale per “Diálogo”, rilanciato dall’agenzia vaticana Fides.

Fonte di violenza

L’arcivescovo ricorda che “non esiste una fonte di violenza più grande della fame, della disperazione e della sensazione di sentirsi a terra. Ecco perché tutto ciò che fanno lo Stato, il mondo degli affari e la società civile organizzata è oggi un’emergenza primaria”. Il presule, evidenzia Fides, lamenta poi di non avere mai visto prima “uno spirito eccessivamente critico contro tutto ciò che l’avversario politico dice, fa o pensa”, “molti sanno usare con abilità le parole che penetreranno in profondità in coloro che non hanno il pane garantito domani. Questo non è giusto quando tali parole non hanno studi seri a loro supporto”.

Divisioni

Le coalizioni politiche mostrano pubblicamente le divisioni al loro interno, generando una profonda instabilità politica che si tradurrà in una profonda ingovernabilità, prosegue monsignor Chomali, sottolineando la disaffezione dei partiti per lo sviluppo della vera politica e la ricerca del bene comune, per cui diventa molto difficile unire la società in un progetto comune.  L’arcivescovo di Concepción lamenta con dolore che di fronte al dramma che stiamo vivendo, non c’è stata una tregua, ma la leadership è sempre intrappolata nei suoi litigi interni, ed esorta: “È l’unità che ci farà uscire da questa situazione che fa male alla vita dei cileni; è il riconoscimento che la verità è sinfonica e quindi ognuno ha qualcosa da aggiungere per raggiungere l’obiettivo finale: il bene comune”.