Bruxelles: “Sui migranti più solidarietà fra Stati Ue sul diritto di asilo”

L'uso eccessivo del criterio del Paese di primo ingresso ha aumentato la pressione su Grecia, Italia, Malta, Cipro e Spagna

Accoglienza

In una risoluzione per valutare il funzionamento della legge che determina lo Stato membro che deve occuparsi di una domanda d’asilo dei migranti, il Parlamento europeo a Bruxelles ha chiesto l’introduzione di un meccanismo di solidarietà per garantire la continuità del diritto fondamentale di asilo nell’Unione e la ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri.

Il testo non legislativo è stato approvato oggi con 448 voti favorevoli, 98 contrari e 149 astensioni.

Lo scorso 23 settembre la commissaria Ue Ylva Johansson aveva presentato un piano comunitario incentrato sul “meccanismo di solidarietà automatico con rimpatri sponsorizzati o ricollocamenti” non obbligatori.

Regolamento Dublino III

Il regolamento Dublino III del 2013 attribuisce – si legge – “una responsabilità sproporzionata su una minoranza di Stati membri, soprattutto nei periodi di grande afflusso di migranti“.

L’inadeguata applicazione della gerarchia dei criteri, in particolare l’uso eccessivo del criterio del Paese di primo ingresso, e l’inefficace attuazione dei trasferimenti, hanno aumentato la pressione su alcuni paesi, ovvero Grecia, Italia, Malta, Cipro e Spagna. Gli eurodeputati deplorano che il Consiglio, contrariamente al Parlamento, non abbia preso posizione sulla proposta di riforma del regolamento di Dublino del 2016, bloccando così il processo e lasciando che l’Unione disponesse dello “stesso insieme di norme che si sono dimostrate inefficaci nella gestione di un numero elevato di arrivi”.

Inoltre, gli accordi ad hoc sulla ricollocazione non sostituiscono un sistema europeo comune di asilo armonizzato e sostenibile. I deputati chiedono maggiori risorse e capacità per gli Stati membri in prima linea, finché il sistema di Dublino non sarà riformato.

Ingressi irregolari

Il Parlamento Ue ha inoltre adottato, con 512 voti favorevoli, 134 contrari e 49 astensioni, una seconda risoluzione sull’attuazione dell’attuale direttiva sui rimpatri. Gli eurodeputati sottolineano che “una politica di rimpatrio efficace è uno degli elementi fondamentali di una politica dell’Unione europea in materia di asilo e di migrazione ben funzionante” e che dal 2015 il numero di decisioni di rimpatrio eseguite è in diminuzione, non necessariamente a causa della diminuzione degli ingressi irregolari.

Politica Ue di rimpatrio

Tuttavia – si afferma – l’efficacia della politica Ue di rimpatrio non dovrebbe essere misurata solo in termini di tassi di rimpatrio, ma anche in base alla sostenibilità degli stessi e all’attuazione delle garanzie dei diritti fondamentali, al rispetto delle garanzie procedurali e all’efficacia dei rimpatri volontari.

Bruxelles: no ai rimpatri di minori non accompagnati

I Paesi Ue – concludono da Bruxelles – sono quindi invitati ad assegnare capacità adeguate e una formazione sufficiente alle autorità responsabili. Ove possibile, i rimpatri volontari dovrebbero avere la priorità, ma i minori non accompagnati non dovrebbero essere rimpatriati a meno che non si possa dimostrare che sia nel loro interesse.