Ultimatum scaduto, la Bielorussia sciopera: fabbriche e studenti in piazza

Il Paese si ferma per protestare contro il presidente Lukashenko. Al quale torna a chiedere di farsi da parte, stavolta bloccando industrie e università

E’ scaduto l’ultimatum concesso dal popolo bielorusso al presidente Aleksandr Lukashenko. E’ ufficialmente iniziato lo sciopero generale invocato dalle opposizioni del riconfermato leader della Nazione, ormai delegittimato dal suo stesso Paese dopo aver effettuato il giuramento in segreto, nonostante i ripetuti appelli a farsi da parte. Invocazioni tradotte in cortei regolari, ogni fine settimana, con arresti di manifestanti e fermi politici. Non quello di Svetlana Tikhanovskaya, principale leader dell’opposizione, fuggita in Lituania subito dopo le elezioni in cui era risultata il candidato più votato. Tolto Lukashenko ovviamente, la cui riconferma alla presidenza della Bielorussia (la sesta), è stata messa in dubbio non solo dai bielorussi ma anche dalle principali istituzioni europee. Proprio l’Europa aveva fatto sapere a Lukashenko di essere pronta a non riconoscerlo più come presidente arrivato al mese di novembre.

La Bielorussia si ferma

Un tempo che la Bielorussia non ha concesso. Le proteste ripetute della popolazione bielorussa convergono soprattutto a Minsk dove, a seguito dei numerosi cortei, viene deciso di utilizzare forse l’unica vera “arma” a disposizione per convincere Lukashenko. La paralisi dell’economia, per buona parte coadiuvata dalla Russia. Uno stop che ha richiamato non solo i lavoratori ma anche gli studenti, che raccolgono l’appello di Tikhanovskaya e bloccano il Paese. “Gli impiegati di oltre 40 imprese statali, dieci università e centinaia di organizzazioni private si sono unite alla protesta”, riferisce lo staff della leader. Che poi, dalla Danimarca dove ora si trova, twitta un messaggio ai dimostranti. “I bielorussi sono determinati a porre fine alla dittatura. Fabbriche, aziende grandi e piccole, studenti sono tutti impegnati nello sciopero nazionale. Le persone li sostengono con catene di solidarietà in tutta Minsk e in Bielorussia”.

La protesta degli studenti

E anche stavolta, i fermi arrivano. Un numero imprecisato, secondo quanto riferito dai media internazionali. Il principale corteo di dissenso si è concentrato in Viale dell’Indipendenza, al centro della capitale bielorussa. Diversi studenti sarebbero stati fermati nella vicina Piazza della Vittoria, come riferito da Euroradio, altri si sono dispersi all’arrivo della Polizia. Anche le università si fermano: niente lezioni, con gli studenti che decidono di star fermi davanti agli ingressi in segno di protesta. Solo la prima giornata di uno sciopero che rischia di prolungarsi a oltranza. Visto che l’obiettivo resta quello di prima: tornare al voto.