Benno confessa l’omicidio dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair

La sorella: "Non credo al suo pentimento. Che Benno avesse ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà per me è stato subito evidente"

A sinistra Benno Neumair e, a destra, i genitori Laura Perselli e Peter Neumair

Benno Neumair ha confessato di avere ucciso i suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair. La confessione è avvenuta un mese fa, subito dopo il ritrovamento del cadavere della donna nell’Adige, ma gli interrogatori erano stati secretati. Benno uccise il padre strangolandolo dopo una colluttazione, poi – in un secondo momento – assassinò anche la madre, gettando i corpi nel fiume. Il corpo della Perselli venne ripescato lo scorso 6 febbraio a poca distanza dal ponte di Magré, tra gli abitati di San Floriano e Laghetti, a sud di Bolzano.

La sorella: “Non credo ad un sentimento di pentimento”

Non credo ad un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non ‘l’effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nella settimane successive al fatti'”. Lo scrive la sorella di Benno, Madé Neumair, in una lettera inviata dal suo avvocato Carl Bertacchi alla stampa.

“La notizia della confessione di Benno mi ha raggiunta attraverso la stampa. Non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo dinanzi a me come un processo puramente indiziario”, scrive la figlia di Peter Neumair e Laura Perselli.

Assassinio evidente

Secondo Madé Neumair, “l’indicibile fatto che Benno Neumair abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio, per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all’accaduto, stento a credere come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mal alla luce”.

La bolzanina afferma di sentire i genitori “vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina, mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto quei primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza del miei genitori scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato irritato da tutte le ‘strane domande‘, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne“.

“Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a nani nude. Credo però ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo dell’amore che sento fortemente per i miei genitori, della gratitudine nel confronti dell’Arma, degli inquirenti e dei miei legali, della vicinanza che sento per la mia famiglia da parte di un mondo intero, dal bene e dalla luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, ‘della vita che vuole la vita‘, come diceva sempre mia mamma”, conclude la sorella dell’arrestato. Non più imputato ma reo confesso