Angelus, il Papa: “Natale non è consumismo: a Betlemme c’erano povertà e amore”

Il Santo Padre prega per i lavoratori colpiti dalla pandemia e ricorda: "Il consumismo ci ha sequestrato il Natale"

Papa Angelus consumismo
Foto © Vatican Media

“La pandemia di coronavirus ha causato un particolare disagio ai lavoratori marittimi. Molti di loro – si calcola circa 400.000 in tutto il mondo – sono bloccati sulle navi oltre i termini dei loro contratti e non possono tornare a casa”. Una preghiera la rivolge a loro Papa Francesco, al termine dell’Angelus domenicale. E anche a “tutti quelli che vivono situazioni di difficoltà, ed esorto i governi a fare il possibile perché possano ritornare tra i loro cari”. Una riflessione che non può mancare, specie in tempo di Avvento.

Il Vangelo di oggi propone il racconto dell’Annunciazione. La venuta dell’Angelo e la risposta di Maria. Un annuncio di gioia ma anche di una prova per la Vergine, già promessa sposa. “In tale situazione, la Legge di Mosè stabiliva che non dovevano esserci rapporti e coabitazione. Dunque, avendo un figlio, Maria avrebbe trasgredito la Legge, e le pene per le donne erano terribili: era prevista la lapidazione”. Il messaggio divino le riempie il cuore di luce e forza ma le pone anche una scelta: “Dire ‘sì’ a Dio rischiando tutto, compresa la vita, oppure declinare l’invito e andare avanti con il suo cammino ordinario”.

“Avvenga per me secondo la tua parola”, risponde Maria. Un’espressione che indica “un desiderio forte, indica la volontà che qualcosa si realizzi. Maria, in altre parole, non dice: ‘Se deve avvenire avvenga…, se non si può fare altrimenti…’. Non è rassegnazione. Non esprime un’accettazione debole e remissiva, esprime un desiderio forte, un desiderio vivo. Non è passiva, è attiva. Non subisce Dio, aderisce a Dio”.

Non rinviare la risposta alla chiamata

Maria è quindi “un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore. Avrebbe potuto chiedere un po’ di tempo per pensarci, oppure maggiori spiegazioni su che cosa sarebbe successo; magari porre qualche condizione… Invece non prende tempo, non fa aspettare Dio, non rinvia“.

Il rinvio. Un concetto che spesso subentra nella nostra vita, anche spirituale. “Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire ‘sì’: ‘Devo pregare?’ ‘Sì, e prego’. ‘Devo aiutare gli altri? Sì’. Come farlo? Lo faccio. Senza rimandare. Ogni ‘sì’ costa. Ogni ‘sì’ costa, ma sempre meno di quanto costò a lei quel ‘sì’ coraggioso, quel ‘sì’ pronto, quell’’avvenga per me secondo la tua parola‘ che ci ha portato la salvezza”.

“Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme”

Il sì da dire è anche un interrogativo. “In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa”. E un altro consiglio: perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore: andiamo a pregare. Non lasciamoci ‘portare avanti’ dal consumismo: ‘devo comprare i regali, devo fare questo e quello…’. Quella frenesia di fare tante cose… l’importante è Gesù. Il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale. Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore. Prepariamo il cuore come ha fatto Maria: libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio”.

L’ultima frase della Vergine, in questa ultima domenica di Avvento è: “Avvenga per me secondo la tua parola“. Un invito “a fare un passo concreto verso il Natale. Perché se la nascita di Gesù non tocca la vita nostra – la mia, la tua, tutte – se non tocca la vita, passa invano. Nell’Angelus diremo ‘si compia in me la tua parola‘: la Madonna ci aiuti a dirlo con la vita, con l’atteggiamento di questi ultimi giorni, per prepararci bene al Natale”.