Angelus, il Papa: “Oggi la Chiesa ci dice: ‘Tendi la mano ai poveri'”

Al termine della preghiera, il pensiero del Papa per la Costa d'Avorio che "celebra la pace nella tensione" e per le Filippine colpite dal tifone

La Giornata dei poveri per il mondo tutto. Ma anche una Giornata nazionale della pace “in un contesto di tensioni sociali e politiche che, purtroppo, hanno provocato numerose vittime”. Vola anche sulle sponde dell’Africa occidentale il pensiero di Papa Francesco che, al termine dell’Angelus, prega per la Costa d’Avorio che celebra la sua giornata della pace nel pieno tumulto popolare. “Mi unisco alla preghiera per ottenere dal Signore il dono della concordia nazionale, ed esorto tutti i figli e le figlie di quel caro Paese a collaborare responsabilmente per la riconciliazione e una convivenza serena. Incoraggio, in particolare, i diversi attori politici a ristabilire un clima di fiducia reciproca e di dialogo, nella ricerca di soluzioni giuste che tutelino e promuovano il bene comune”. Una preghiera che giunge anche nelle Filippine, dove tante persone “soffrono a causa delle distruzioni e soprattutto delle inondazioni provocate da un forte tifone”.

La parabola dei talenti

Pensieri che culminano una riflessione incentrata sulla “celebre parabola dei talenti“, che anima il Vangelo del giorno. Parte integrante del discorso di Gesù sugli ultimi tempi, che precede la sua Passione. Il racconto di un ricco signore che affida ai suoi servi, in vista della sua partenza, i propri beni: “Al primo affida cinque talenti, al secondo due, al terzo uno. Gesù specifica che la distribuzione è fatta ‘secondo le capacità di ciascuno’. Così fa il Signore con tutti noi: ci conosce bene, sa che non siamo uguali e non vuole privilegiare nessuno a scapito degli altri, ma affida a ciascuno un capitale commisurato alle capacità”. Solo il terzo dei servi non si impegna per far fruttare i propri talenti, preferendo nasconderli in una buca, al riparo dai ladri. E si difende dalla sua pigrizia con il padrone, attribuendo il suo timore alla durezza di questi: “Questa è un’abitudine che anche noi abbiamo: ci difendiamo, tante volte, accusando gli altri. Ma loro non hanno colpa: la colpa è nostra, il difetto è nostro”.

Il patrimonio come esseri umani

E’ una parabola che, spiega il Santo Padre, “vale per tutti ma, come sempre, in particolare per i cristiani. Anche oggi ha tanta attualità: oggi, che è la Giornata dei Poveri, dove la Chiesa dice a noi cristiani: ‘Tendi la mano al povero. Tendi la tua mano al povero. Non sei solo nella vita: c’è gente che ha bisogno di te. Non essere egoista, tendi la mano al povero’. Tutti abbiamo ricevuto da Dio un ‘patrimonio’ come esseri umani, una ricchezza umana, qualunque sia. E come discepoli di Cristo – spiega ancora -, abbiamo ricevuto anche la fede, il Vangelo, lo Spirito Santo, i Sacramenti e tante altre cose. Questi doni bisogna utilizzarli per operare il bene, per operare il bene in questa vita, come servizio a Dio e ai fratelli”. Ciò che oggi la Chiesa ci incoraggia più che mai a fare.

Tendi la mano ai poveri

“Noi, a volte, pensiamo che essere cristiani sia non fare del male. E non fare del male è buono. Ma non fare del bene, non è buono“. Per questo, precisa il Pontefice, “noi dobbiamo fare del bene, uscire da noi stessi e guardare, guardare coloro che hanno più bisogno. C’è tanta fame, anche nel cuore delle nostre città, e tante volte noi entriamo in quella logica dell’indifferenza: il povero è lì, e guardiamo da un’altra parte”. E la giornata di oggi ci dice: “Tendi la tua mano al povero: è Cristo. Alcuni dicono: ?Ma questi preti, questi vescovi che parlano dei poveri, dei poveri… Noi vogliamo che ci parlino della vita eterna!’. Guarda, fratello e sorella, i poveri sono al centro del Vangelo; è Gesù che ci ha insegnato a parlare ai poveri, è Gesù che è venuto per i poveri. Tendi la tua mano al povero. Hai ricevuto tante cose, e tu lasci che tuo fratello, tua sorella muoia di fame?”.