Acque agitate nel centrosinistra su Mes, Ilva, Alitalia e Aspi

Botta e risposta tra Pd e Italia viva sulle decisioni più urgenti che il governo deve prendere e sulle candidature alle Regionali. Le scadenze e le insidie della fase 3

“Il governo sta vincendo la sfida del contenimento del coronavirus, sta vincendo la sua sfida in Europa, sta dimostrando di avere pazienza e capacità di ascolto nel paese. Ora però ci troviamo di fronte a un bivio cruciale, di fronte al quale la maggioranza deve capire che c’è solo una strada che si può imboccare. E quella strada è la strada non della gestione del presente ma dell’impegno verso il futuro”, afferma al Foglio il segretario Pd Nicola Zingaretti Botta e risposta tra Pd e Italia viva sulle decisioni più urgenti che il governo Conte deve prendere e sulle candidature alle Regionali. Sullo sfondo ci sono le scadenze e le insidie della fase 3.

“Uscire dalle diatribe”

Secondo il governatore del Lazio, ci sono alcuni dossier che sono aperti da troppo tempo e che andrebbero risolti. “Penso alle linee del Mes senza condizionalità e sono convinto che questa opzione rappresenti una leva straordinaria per il rafforzamento della nostra sanità e su questo tema dobbiamo uscire in fretta dalle diatribe ideologiche. Penso al futuro dell’Ilva, da troppo tempo incerto. Penso poi anche ad Alitalia, oltre al caso Atlantia, e non è pensabile che un paese come il nostro non abbia chiaro, in una stagione delicata come quella che stiamo vivendo, che fine farà il suo principale vettore aereo“. Prosegue il leader Dem: “Penso che a partire dal prossimo decreto semplificazione, che mi auguro possa avere una gestazione rapida, sia compito del governo dimostrare di essere entrato nella fase dell’uscita della genericità dei progetti. Serve concretezza. E, anche in vista dei progetti e degli obiettivi che dovremmo presentare sul recovery fund, serve mettere in campo anche lungimiranza”. Zingaretti offre una sponda all’opposizione: “Sono il sostenitore in questa fase di una operazione concordia e sono più che favorevole all’idea che in una fase difficile come quella che sta vivendo l’Italia la maggioranza di governo faccia di tutto per trovare dei punti di convergenza con l’opposizione. Ci sono alcuni partiti che hanno mostrato disponibilità, e non solo sul Mes, e altri che la disponibilità invece non l’hanno ancora mostrata. Io sono favorevole ad aprire un tavolo e a provare a imboccare anche con le opposizioni un tratto di strada per costruire un percorso comune. Si tratta solo di scegliere se farlo o meno. E poi sono certo che i punti su cui ragionare e trovare accordi si troverebbero facilmente. E sono certo che anche seguendo questo percorso alla fine la storia ci premierà. Che aspettiamo?“.

Bandiera italiana a mezz’asta in segno di lutto

Divisioni

“Non chiedete a noi perché il centrosinistra si presenta diviso. E’ il Pd che ha candidato Michele Emiliano, nella consapevolezza che noi non l’avremmo mai votato. Sono 4 anni che diciamo che non voteremmo mai uno che ha fatto la battaglia contro i vaccini. Emiliano ha assunto tutti i provvedimenti per contrastare il Tap, sull’Ilva ha assunto tutti provvedimenti contrari a quelli del governo, sulla Xylella non ha fatto quello che andava fatto. Il problema non è cosa facciamo noi, ma è il Pd che si è intestardito su una candidatura pur sapendo che noi ed Azione non l’avremmo mai votato. Probabilmente Zingaretti, quando ha criticato la scelta di andare divisi, parlava ai suoi, non a noi”, dichiara il presidente di Italia viva, Ettore Rosato a Radio Cusano Tv Italia. “In Veneto il Pd ci ha comunicato il suo candidato, perché noi dobbiamo accodarci in una regione in cui si elegge il consiglio regionale? Sappiamo bene che il presidente sarà Zaia, mi sembra chiaro. Se qualcuno dice che stiamo mettendo a rischio la vittoria del centrosinistra in Veneto va ricoverato, non è questo il punto. Il problema è che il Pd ha scelto un candidato rispettabilissimo, ma molto debole e molto spostato a sinistra, senza neanche la voglia di un cambiamento, di un tentativo di riscatto, di inserirsi nell’elettorato di Zaia. Se loro hanno fatto questa scelta, noi facciamo la nostra, non abbiamo nessun contratto col Pd per cui loro scelgono e noi subiamo. In Liguria stanno discutendo col M5s da settimane, non ci hanno neanche detto quale sia l’esito della loro riflessione e pretendono che noi stiamo fermi e buoni ad aspettare mentre loro decidono. Toscana? E’ già definita da tempo, come le Marche e la Campania. In Toscana Giani è espressione sia del Pd che di Italia viva. In Campania abbiamo un rapporto diretto con De Luca e lo riteniamo il miglior candidato per la Campania. Anche nelle Marche abbiamo un rapporto diretto col candidato. Zingaretti dovrebbe gridare e arrabbiarsi con i suoi, che non sono riusciti neanche a fare una telefonata prima di avventurarsi su strade perdenti. Se siamo un partitino non c’è problema perché saremo ininfluenti nel risultato elettorale, quindi di che si preoccupano?“, conclude Rosato.