Xi: “La nostra emergenza sanitaria più grave dal '49”

E'in aggiornamento continuo il dato relativo al coronavirus, sia da un punto di vista dei casi di contagio che da quello dei decessi. La mappa della John Hopkins University parla, al momento, di 2.461 vittime complessive (a fronte di 78.766 casi confermati di contagio), addirittura 2.442 nella sola Cina, dove il focolaio è esploso mettendo in ginocchio la popolazione, soprattutto nell'area x di Wuhan, nell'Hubei. Numeri che danno il peso dell'emergenza e che, in attesa che i ricercatori capiscano meglio quali siano i reali veicolo di contagio, hanno fatto scattare numerose procedure precauzionali praticamente in ogni Paese, specie in quelli in cui la presenza del coronavirus è stata accertata, compresa l'Italia (dove i casi hanno superato la soglia dei 130). Nel frattempo, a confermare la situazione d'emergenza in Cina è il presidente della Repubblica Popolare, Xi Jinping, secondo il quale il Paese ha a che fare con “la  più grande emergenza sanitaria della Cina dal 1949”.

Cina, Giappone e Corea del Sud

Il presidente ha parlato di fronte a 170 mila funzionari dei maggiori comparti del Paese, dal governo centrale ai distretti locali fino alle sfere militari. Il tutto in un momento in cui, a fronte di 23.133 casi di guarigione, sembrano assottigliarsi i casi di contagio al di fuori della provincai dell'Hubei (18 al momento, il picco più basso dal momento dello scoppio dell'epidemia). Restano comunque 76.936 i casi di contagio in Cina, con la provincaia di Wuhan ancora la zona più vessata sotto tutti gli aspetti. Addirittura, second oil centro per il trattamento del virus in città, alcune persone sarebbero risultate nuovamente contagiate dopo la guarigione. Anche per questo è stata disposta nuovamente la misura dei 14 giorni di quarantena dopo la dimissione dagli ospedali. Allerta anche in Giappone e Corea del Sud, dove i contagi hanno toccato rispettivamente quota 769 (compresi i passeggeri a bordo della Diamond Princess) e 556. Si conferma seria la situazione anche in Iran, dove le autorità hanno riferito di altri tre decessi e 15 nuovi casi complessivi, aggiornando a 8 il conteggio delle vittime.

I migranti a Pozzallo

In Italia, intanto, sono sbarcati a Pozzallo i 274 migranti a bordo della Ocean Viking, dopo l'ok del Viminale, per poi essere immediatamenti avviati alle procedure di messa in quarantena. Dal ministero dell'Interno, è stato spiegato che i migranti resteranno nell'hotspot per tutto il tempo necessario, mentre “le autorità competenti provvederanno agli accertamenti e alla sorveglianza sanitaria ritenuti indispensabili”. Anche l'equipaggio resterà in quarantena ma lo farà a bordo della nave delle ong Sos Meditarranée e Medici senza frontiere.