Vuole accoltellare l'ex: donna salvata dai Carabinieri

Tragedia sfiorata a Piedimonte Matese (in provincia di Caserta), dove il tempestivo intervento dei Carabinieri ha portato all’arresto di un pregiudicato trentenne del luogo. L'uomo, negli ultimi mesi, si era reso responsabile di atti persecutori ai danni della sua ex fidanzata.

La storia

L’indagine è stata avviata a seguito della denuncia presentata dalla vittima al comando locale. La donna ha raccontato di essere stata sottoposta a continui abusi e soprusi soprattutto di natura psicologica da parte del fidanzato, ossessionato dalla gelosia. “Lo stalker – si legge nel comunicato dei Carabinieri – non pago del condizionamento a cui aveva sottoposto la vittima, nell’intento criminoso di commettere una 'strage' preventivamente annunciata telefonicamente alla vittima, si è armato di un pugnale delle dimensioni di circa 35 centimetri e si è diretto verso l’abitazione della stessa”. Solo il tempestivo intervento dei militari dell’Arma ha sventato una possibile tragedia e consentito di bloccare l’uomo e di disarmarlo. Il pugnale è stato sottoposto a sequestro mentre lo stalker è stato accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. Lo Stalking è un termine della lingua inglese utilizzato in italiano per indicare una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo, detto stalker, che affliggono un'altra persona, perseguitandola, generandole stati di paura e ansia, arrivando persino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana. Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009, n. 38. La norma introduce nel codice penale italiano l'articolo 612-bis, che al comma 1 recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.