Scontri in Libia, Di Maio vede Haftar

Come ampiamente previsto, non è durata molto la tregua fra Haftar e Serraj: nelle scorse ore, l'aeroporto tripolitano di Mitiga, l'unico ancora funzionante in città, è stato raggiunto da alcuni razzi che hanno inevitabilmente provocato lo stop ai voli e la conseguente fine del fragilissimo accordo stipulato alla Conferenza di Berlino il 19 gennaio scorso. Dalla Libia, inoltre, sono giunte notizie di ulteriori testate balistiche che avrebbero raggiunto zone residenziali a sud di Tripoli, in particolare nella zona di Mashrou al-Hadhba, a una trentina di chilometri dalla città. Lo stop ai voli, in un intervento alla tv al-Ahrar, è stato il viceministro dei Trasporti del governo di accordo nazionale, Hisham Abu Shikawat, il quale ha riferito della ripresa degli scontri tra le forze governative di Serraj e quelle cirenaiche del generale Haftar. Una violazione della tregua che il portavoce dell'esecutivo riconosciuto dalle Nazioni Unite, Mustafa al-Mejii, ha attribuito proprio alle forze del leader della Cirenaica: “La milizia di Haftar ha cercato di avanzare nella zona di Mashrou al-Hadhba ma le nostre forze hanno respinto l'attacco”.

Di Maio a Bengasi

E proprio con il generale Haftar, quest'oggi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha svolto un vertice a Bengasi, invitando nuovamente le parti a rispettare i termini della tregua (in vigore dal 12 gennaio scorso) e a fare della soluzione politica l'unica via percorribile per risolvere la crisi: “In Libia c'è un popolo che vuole delle risposte – ha detto Di Maio -. La risposta non può essere però in alcun modo militare. Non possono essere le armi o i bombardamenti. La strada da seguire deve essere inevitabilmente quella del dialogo e della diplomazia”. Il capo della Farnesina ha sottolineato ancora una volta l'importanza della via diplomatica, parlando di un ruolo primario da recuperare per i Paesi europei: “Non esitai a dire all'inizio del mio mandato alla Farnesina che era stato perso del terreno in Libia, oggi però è altrettanto doveroso dire che qualcosa è stato recuperato. Siamo tornati ad avere un peso determinante in Ue e un'indubbia affidabilità con tutti gli attori coinvolti, questo grazie anche al lavoro dei nostri tecnici, del corpo diplomatico e dei nostri apparati di intelligence”. Una tregua che resta comunque fragile quella che Di Maio invita a rispettare: “Il percorso, sia chiaro, resta complesso, quindi niente trionfalismi o slogan di alcun genere. Al contrario bisogna continuare a lavorare con costanza, lavorare per la pace e, allo stesso modo, per difendere i nostri asset geostrategici”.