Papa: le Beatitudini sono “la carta d’identità del cristiano”

Le Beatitudini contengono la carta d’identità del cristiano, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita”. Lo ha detto Papa Francesco, che ha iniziato oggi in Aula Paolo VI, davanti a 7mila persone, una nuova serie di catechesi, che ha come oggetto le Beatitudini nel Vangelo di Matteo, testo che apre il noto “Discorso della montagna” e che “ha illuminato la vita dei credenti e anche di tanti non credenti”, ha ricordato Francesco. “E' difficile non essere toccati da queste parole, ed è giusto il desiderio di capirle e di accoglierle sempre più pienamente”, ha esordito il Papa ricordandoche “il messaggio è indirizzato ai discepoli, ma all’orizzonte ci sono le folle, cioè tutta l’umanità”. “È un messaggio per tutta l’umanità”, ha aggiunto a braccio.

“Nuovi comandamenti”

Il “monte”, spiega, rimanda al Sinai, dove Dio diede a Mosè i Dieci Comandamenti. “Questi ‘nuovi comandamenti’ sono molto più che delle norme”, ha detto Francesco, spiegando che “Gesù non impone niente, ma svela la via della felicità – la sua viaripetendo otto volte la parola beati”. “Sarebbe bello impararle a memoria per ripeterle, per avere nella mente e nel cuore questa legge che Gesù ci dà”, ha auspicato a braccio Bergoglio. “Ogni Beatitudine si compone di tre parti”, ha poi ricordato: “Dapprima c’è sempre la parola ‘beati’; poi viene la situazione in cui si trovano i beati: la povertà in spirito, l’afflizione, la fame e la sete della giustizia, e via dicendo; infine, c’è il motivo della beatitudine, introdotto dalla congiunzione ‘perché’”. “Il motivo della beatitudine non è la situazione attuale, ma la nuova condizione che i beati ricevono in dono da Dio – ha fatto notare il Papa -: ‘perché di essi è il regno dei cieli’, ‘perché saranno consolati’, ‘perché erediteranno la terra’, e così via”. “Nel terzo elemento, che è appunto il motivo della felicità, Gesù usa spesso un futuro passivo”, ha proseguito Francesco: “Saranno consolati, riceveranno in eredità la terra, saranno saziati, saranno perdonati, saranno chiamati figli di Dio”. Ma cosa vuol dire la parola “beato”? . “Il termine originale – ha detto Papa Francesco – non indica uno che ha la pancia piena o se la passa bene, ma è una persona che è in una condizione di grazia, che progredisce nella grazia di Dio e che progredisce sulla strada di Dio”. “La pazienza, la povertà, la consolazione, il servizio agli altri: questi saranno beati”, ha aggiunto a braccio. “Le Beatitudini ti portano alla gioia, sempre, è la strada per andare alla gioia”, ha concluso il Papa sempre fuori testo. Infine, un compito a casa: “Ci farà bene oggi prendere il Vangelo di Matteo, capitolo 5, versetti 1-11, e leggere le Beatitudini, e anche alcune volte in più durante la settimana, per capire questa strada tanto bella, tanto sicura della felicità che il Signore ci propone”. “Le Beatitudini ci insegnano che Dio, per donarsi a noi, spesso sceglie percorsi impensabili, quelli dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte”: Poi, h aggiunto nei saluti ai fedeli di lingua araba, che “sono una mappa di vita”: “Non domandano azioni sovrumane, ma di imitare Gesù nella vita di ogni giorno”, ha precisato il Papa. “Guardiamo a Gesù: non ha lasciato nulla di scritto, non ha costruito nulla di imponente. E quando ci ha detto come vivere non ha chiesto di innalzare grandi opere o di segnalarci compiendo gesta straordinarie. Ci ha chiesto di realizzare una sola opera d’arte: quella della nostra vita”.

Giornata della vita consacrata

Infine, salutando i fedeli polacchi al termine dell’udienza di oggi, il Pontefice ha ricordato che domenica prossima si celebra la Giornata della vita consacrata. “Preghiamo per le religiose e i religiosi che si dedicano a Dio e ai fratelli nel servizio quotidiano, secondo il proprio carisma, affinché siano sempre fedeli testimoni dell’amore salvifico di Cristo. Preghiamo anche per le nuove vocazioni alla vita consacrata”. Salutando i fedeli di lingua italiana ha citato “l’esempio di santità di San Giovanni Bosco, che ricordiamo venerdì prossimo quale padre e maestro della gioventù”. “Preghiamo don Bosco perché ognuno trovi nella vita la sua strada, quello che Dio vuole per noi”, ha concluso a braccio.