La liturgia al tempo della pandemia

Papa

A Hong Kong le misure contro il coronavirus sono in vigore da un mese. Adesso anche le diocesi di Piacenza e Vercelli corrono ai ripari. Il vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio ha deciso di mettere in atto “disposizioni preventive” per evitare la diffusione del Coronavirus nella diocesi, vietando, tra le cose, lo scambio di pace.

Sospensione delle attività

“A seguito delle disposizioni emanate dalla prefettura di Piacenza a riguardo dell’allerta Coronavirus, il vescovo dispone, a scopo precauzionale e sino a nuove indicazioni, la sospensione delle attività di catechismo, di gruppo e altre occasioni aggregative (attività di oratorio, feste). Per la celebrazione della messa, la Santa Comunione sia distribuita solo sulla mano e non in bocca e si eviti lo scambio di pace”, comunica la diocesi. “E' normale e giusto che si prendano provvedimenti, nulla di straordinario”, commenta all'Adnkronos l'arcivescovo Rino Fisichella, originario di Codogno, commentando la disposizione del vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio che per ragioni precauzionali ha vietato lo scambio della pace a messa.  “E' ovvio che bisogna ricorrere a tutta la prudenza necessaria”, spiega  monsignor Fisichella.  “Sono nato a Codogno, mio fratello, mia sorella e i miei nipoti vivono a Codogno, e conosco bene la città e in questo momento condivido con loro anche se sono lontano le grandi preoccupazioni. Ho parlato con loro  e sono tranquilli, stanno in casa nel rispetto delle disposizioni ricevute dal Comune, in attesa di sviluppi- aggiunge il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione-. Sono particolarmente prostrato per questa situazione che si verifica nella mia città. Sono altrettanto sicuro che le misure che sono state adottate, anche se portano dei disagi, tuttavia rallenteranno, per il bene di tutti, il diffondersi della patologia. E speriamo che tutto si risolva piuttosto velocemente per il bene di tutti i cittadini e per il bene del Paese. Sentendo i miei familiari ho potuto constatare che c'è molta serenità e non paura. Soltanto quella normale tensione perché la città è il centro delle cronache, però debbo dire che c'è molta maturità nell'affrontare questa difficile situazione”.

Prevenzione

Disposizioni simili a quelle adottate nella diocesi di Piacenza sono state emanate dalla Curia di Vercelli: niente acqua benedetta nelle acquasantiere, ostia sulla mano e non in bocca. Non è escluso, si legge nella nota della diocesi, che nei prossimi giorni vengano valutati anche altri provvedimenti sempre a carattere preventivo. Il presidente della Cei esprime “preoccupazione” per il coronavirus e per la situazione nel Paese anche se, confida, “non ho preso la mascherina”. “Agirò in totale accordo col ministro, non abbiamo i dati precisi, ma siamo disposti per tutelare la salute ad attuare qualsiasi disposizione. Ancora non ho avuto contatti con il ministro, esco da un tourbillon durato quattro giorni”, dice all'Adnkronos il cardinale Gualtiero Bassetti ai margini del summit per la pace nel Mediterraneo, in corso a Bari.

Eucarestia

“Sono preoccupato? Sì perché sono cose che riguardano la salute e il bene delle persone ma sono convinto che non bisogna usare allarmismo, servono precauzioni da osservare”, sottolinea ancora. Interpellato sulla diocesi da lui retta e su eventuali misure da approntare, annota: “A Perugia c’è una università per stranieri e molti vengono dall’oriente ma credo che già l’autorità civile abbia preso cautele, ma non riguarda me come arcivescovo”. Il porporato ribadisce: “Prenderemo provvedimenti stabiliti per legge, non siamo l’autorità civile. Non posso prendere provvedimenti non suggeriti dall’autorità civile, diffonderei un timore eccessivo“. Ecco perché, per la messa di domani col Papa a Bari dove si attendono 40 mila fedeli, “sarà tutto regolare e non c’è ragione perché non lo sia”. Quindi, sì allo scambio della pace e all’eucaristia in bocca. “Noi pensiamo di essere in totale accordo col ministro della Salute, ma siamo disposti per tutelare la salute della nostra gente ad attuare qualunque disposizione”, così il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. “Io sono preoccupato perché naturalmente sono cose che riguardano la salute e il bene delle persone – ha aggiunto – Sono anche convinto che non bisogna diffondere allarmismo, per non serve l'allarmismo, servono le cautele giuste che in questo caso dovremo osservare e siamo disposti ad osservare”, ha aggiunto il presidente della Cei, sottolineando che sugli enventuali provvedimenti da adottare nelle chiese per arginare l'epidemia da coronavirus bisogna attendere le indicazioni del ministero, perchè “noi non abbiamo tutti i dati precisi come li può avere il governo”.

L'esempio asiatico

Mascherine prima di entrare in Chiesa, niente acqua santa all’ingresso delle Chiese, microfoni ripuliti subidopo il loro uso, nello scambio della pace si annuisce con la testa ma nessuna stretta di mano e soprattutto il sacerdote deve lavarsi le mani prima e dopo l’Eucarestia, usare mascherine chirurgiche e posizionare l’ostia “delicatamente sul palmo della mano” evitando il più possibile il contatto fisico diretto. Da un mese la diocesi di Hong Kong ha introdotto contromisure per evitare la diffusione del coronavirus in vista delle celebrazioni domani delle messe domenicali e pubblica sul suo sito una lista di 25 indicazioni rivolte ai sacerdoti e a tutte le parrocchie cattoliche della città. Al primo punto, riferisce il Sir, si mette la pulizia della Chiesa: occorre innanzitutto tenere aperte porte e finestre per consentire all’aria di circolare e, se necessario, aggiungere ventilatori o aria condizionata. La diocesi raccomanda poi di pulire regolarmente il pavimento della Chiesa, gli inginocchiatoi, le stanze delle confessioni, in particolare i servizi igienici. Si consiglia l’utilizzo di candeggina per uso domestico e di disinfettanti, quindi risciacquare “con acqua e asciugare”.

Contatto fisico

La diocesi chiede di invitare i fedeli a indossare maschere prima di entrare in chiesa. Un intero paragrafo a più punti è dedicato alla celebrazione della Messa. Innanzitutto, si chiede ai fedeli che “non si sentono bene e che presentano sintomi come tosse, asma, febbre, di non partecipare alla messa domenicale per la sicurezza di sé stessi e degli altri”. Non si troverà poi acqua santa all’ingresso delle chiese e anche i libri di canzoni devono essere costantemente puliti così come microfoni. Indicazioni molto precise vengono date sulla distribuzione dell’Eucarestia, invitando i sacerdoti a pulirsi le mani prima e dopo, ad evitare il più possibile il contatto fisico appoggiando delicatamente l’ostia sul palmo della mano e ad utilizzare mascherine chirurgiche. Sono anche sospese le visite agli ospedali e la consegna ai malati dell’Eucarestia, anche perché, fa notare la diocesi, tutti gli ospedali hanno già sospeso le visite e se il sacerdote deve visitare il paziente (o una persona deceduta) deve attenersi alle norme ospedaliere pertinenti, con il consenso del capo infermiere, indossare maschere chirurgiche e lavarsi le mani prima di lasciare il reparto.