Buoni pasto, gli esercenti sul piede di guerra

Il sistema dei buoni pasto è al collasso e se non ci sarà un'inversione di rotta immediata, quasi tre milioni di dipendenti pubblici e privati potrebbero vedersi negata la possibilità di pagare il pranzo o la spesa con i ticket“. e' quanto avvertono le associazioni di categoria Fipe Concommercio, Federdistribuzione, Ancc Coop, Confesercenti, Fida e Ancd Conad. “Siamo arrivati ad un punto limite di sopportazione, siamo pronti a smettere di prendere i buoni pasto” senza una riforma. 

Commissioni troppo onerose

Le associazioni hanno spiegato che “le commissioni sono diventate troppo onerose, insostenebili per gli esercenti”. Accettare i ticket, “è ormai una perdita”. “Un esercente vende prodotti e servizi per un valore di 8 euro me ne incassa 6,18 e aggiungendo a queste commissioni altri oneri finanziari, su buoni pasto del valore di 10 mila euro, gli esercenti si vedono decurtare 3 mila euro. Bisognerà mettere in discussione l'intero sistema“. 

L'ultimatum: riforma entro autunno

Le associazioni di categoria hanno chiesto al governo di fare una riforma dei buoni pasto entro l'autunno. “Oggi parte una comunicazione” al Ministero del Lavoro e a quello Sviluppo economico, quindi “aspettiamo di essere convocati dal governo per far partire la discussione”. Inoltre, “da oggi incominceremo ad informare anche le persone che frequentano i nostri punti vendita perché alla fine chi potrebbe rimetterci seriamente in questa vicenda sono i consumatori“, hanno aggiunto, sottolineando che “dipenderà molto da quello che deciderà il governo, se ci ascolterà o meno”.