Il volontariato bergamasco apre le braccia ai profughi

Giovani

I profughi che arrivano nel nostro Paese sono una risorsa e non un problema: la pensano così a Bergamo, dove è stato firmato un protocollo d’intesa per inserire chi cerca ospitalità nel nostro Paese nel mondo del volontariato locale. I profughi in attesa dei documenti per ottenere il diritto d’asilo fin ora non potevano svolgere alcuna attività in Italia: con l’intesa raggiunta fra alcuni comuni bergamaschi, associazioni di volontariato e la Prefettura, potranno iniziare a svolgere attività di volontariato.

La Prefettura di Bergamo spiega, in un comunicato: “Il testo del protocollo d’intesa costituisce un esempio particolarmente proficuo di collaborazione interistituzionale avviata in questa provincia, anche con il prezioso contributo della Caritas e delle realtà del terzo settore nel reciproco rispetto dei ruoli istituzionali”. I profughi, dopo la firma del protocollo, potranno effettuare attività di volontariato sia nel gruppo a cui appartengono, che in associazioni esterne del territorio provinciale.

L’intesa verrà sottoscritta, oltre che dal prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, e dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito della Val Cavallina e dai sindaci di Antegnate, Casazza, Monasterolo del Castello, San Paolo d’Argon, Sedrina, Urgnano, Valbondione, e Vigano San Martino. Tra i partner dell’iniziativa anche il direttore della Caritas Diocesana, don Claudio Visconti, il presidente della Cooperativa sociale Rinnovamento e i rappresentanti delle sedi provinciali di Cgil, Cisl e Uil.