Virus Zika, scoperto un anticorpo che blocca l’infezione in feti e adulti

Buone notizie sul fronte della lotta al virus Zika, una malattia trasmessa all’uomo dalla puntura della zanzara Aedes che provoca una febbre in molti casi mortale. Secondo i risultati di un esperimento condotto sui topi e descritto sulla rivista Nature dal gruppo della Vandebilt University (coordinato da James Crowe), esiste un anticorpo che riesce a bloccare l’infezione del virus Zika sia nei feti sia negli individui adulti.”Il più potente degli anticorpi che abbiamo individuato mostra di essere in grado di bloccare i ceppi del virus presenti in Africa, Asia e nelle Americhe”, scrivono i ricercatori su Nature. Adesso si tratta di capire se la scoperta potrebbe essere efficace anche per l’uomo e la speranza è che possa comunque aiutare a mettere a punto un vaccino efficace.

Il virus Zika – scoperto nel 1947 nell’omonima foresta in Uganda e attualmente molto diffuso un Africa e Sud America – è indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) come un’emergenza di salute pubblica. Nell’uomo ha esiti molto gravi poiché crea problemi neurologici come la microcefalia nei feti e la sindrome di Guillain-Barré negli adulti.

Il nuovo anticorpo anti-Zika, indicato con il nome “Zikv-117”, fa parte di un gruppo di anticorpi umani isolati nei globuli bianchi di tre persone che erano state infettate dal virus. Nei test alcuni topi hanno ricevuto l’anticorpo prima dell’infezione e altri dopo e in entrambi i casi la quantità di particelle di virus in circolazione nell’organismo (vale a dire la “carica virale”) si è fortemente ridotta sia nelle madri che nei nati; inoltre, si sono registrati anche meno danni alla placenta e i feti sono cresciuti meglio.

Per Michael Diamond, co-autore della ricerca, l’anticorpo Aikv-117 è “il primo farmaco antivirale che ha dimostrato di funzionare durante la gravidanza per proteggere i feti dal virus Zika”. Si tratta, ha concluso, di “una prova di principio del fatto che questo virus può essere trattato durante la gravidanza e che abbiamo un anticorpo umano che permette di farlo, almeno nei topi”. Decisamente una buona notizia considerando che, solo in Brasile (il Paese più colpito al mondo) sono stati denunciati oltre un milione e mezzo di casi di infezione; di questi, ben 4180 hanno riguardato neonati microcefali, di cui 68 poi deceduti.