Usa, un robot per il trattamento dei tumori renali

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[cml_media_alt id='7457']macch[/cml_media_alt]Quello delle biotecnologie per la medicina, è un campo prezioso che necessita di continui perfezionamenti e ricerche, e le risorse che ha messo a disposizione fino ad oggi sono riuscite a risolvere patologie controverse, prima d’ora inaffrontabili. In Italia, ad esempio, la Scuola Sant’Anna di Pisa sta mettendo a punto la prima tuta robotica in grado di restituire l’uso degli arti inferiori ad anziani e disabili, e un macchinario molto simile è stato sviluppato in un’università di Boston. Ma il Keck Medical Center dell’Università South California è stato il primo in assoluto ad utilizzare le tecnologie robotiche a livello ambulatoriale su pazienti “reduci” di operazioni chirurgiche per la rimozione del tumore al rene.

Gary Fradkin ad esempio, 62enne appena dismesso dal ricovero successivo all’intervento chirurgico, è stato mandato a casa subito dopo il trattamento, al contrario di molti altri pazienti che invece restano in ospedale per tre-quattro giorni dopo la cura. I chirurghi urologici dell’Istituto utilizzano dispositivi laparoscopici dismessi dal Dipartimento statunitense per la salute e i servizi umani, dotati di tecnologie ad ultrasuoni per l’asporto di tumori intra-addominali. Il sistema permette ai chirurghi di trattare tumori fino ai 4 centimetri di lunghezza e al momento, negli Stati Uniti, sta riscuotendo un enorme successo.