UN MONDO TOSSICO

Cocaina, eroina, cannabis: effetti e danni diversi ma la stessa voglia di sballare. Di cacciare la tristezza o far crescere l’euforia, uscire dai canoni di una società percepita come ostile. Oppure la semplice voglia di fare qualcosa di diverso, trasgressivo. Provare il gusto del vietato, del non conforme. Di solito si inizia così, con uno spinello acceso in gruppo, con una siringa passata. Poi arriva l’incubo della dipendenza. Astinenza e dolore, nevrosi e tic quando non si riesce a reperire un’altra dose. Gioia ed eccitazione nel momento in cui arriva il “pusher”. Una tragedia privata quella della droga, che distrugge migliaia di vite e di famiglie, ma anche un problema mondiale, capace di avere un impatto devastante sull’ambiente.

Andiamo per ordine. L’ultimo rapporto dell’Undoc (l’ufficio Onu per la droga ed il crimine) parla di una nuova impennata del fenomeno. E del prepotente ritorno di stupefacenti legati all’ultimo trentennio del ‘900. Tra questi c’è l’eroina, consumata oggi da circa 29,6 milioni di persone. Tutte, ricordiamolo, rischiano di morire. Perché questo oppiaceo, insieme agli altri derivati della stessa famiglia, è un vero e proprio schiaffo alla salute. Gli esperti hanno elevato al rango di “epidemia” i casi di overdose negli Stati Uniti, e anche in Europa la situazione si e’ fatta preoccupante, nonostante il calo della produzione del 38% rispetto all’anno precedente. A favorire la rinascita, i consumatori di oppioidi sintetici utilizzati come sedativi o analgesici che acquistano i prodotti illegalmente.

Per un mercato che riparte ce n’è poi uno che si espande. Parliamo della cocaina, la droga dei ricchi. La domanda non conosce crisi, anzi, cresce proporzionalmente alla nascita di nuovi tycoons. Già, perché se un tempo, i miliardari erano per lo più concentrati in Europa e Stati Uniti oggi “il grano” comincia a fioccare anche in altre zone del pianeta. In Asia, ad esempio, negli ultimi anni il consumo di coca è più che triplicato. Non aumenta, anzi diminuisce, però la produzione complessiva. Oggi i circa 18,8 milioni di “sniffatori” nel mondo assumono 28,6 grammi di “neve” all’anno contro i 36,6 grammi consumati da 14 milioni di persone nel 1998.

Diverso il discorso della Cannabis (marijuana, hashish et similia). Considerata una “droga leggera” è stata legalizzata in diverse parti del mondo. L’Onu ha avvertito che negli Stati Usa dove l’utilizzo di questa sostanza è consentito il consumo è aumentato e così le richieste di soccorso, i ricoveri, gli incidenti stradali e le morti da esse provocati. Insomma l’assioma “se è legale l’uso ricreativo diminuisce”, bandito dagli anti proibizionisti di mezzo mondo, si sta rivelando una sciocchezza. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite nel 2014, quasi il 3,8 per cento della popolazione mondiale aveva fatto uso di cannabis, una percentuale rimasta invariata dal 1998, equivalente ai circa 186 milioni di adulti che consumano la sostanza almeno una volta in un anno.

Ma le droghe non hanno solo gravi effetti sul nostro fisico. A preoccupare l’Onu è anche l’impatto a livello ambientale. Dalle piantagioni illegali alla realizzazione di piste di atterraggio o di strade clandestine, fino alle attività con cui i narcotrafficanti nascondono il riciclaggio di denaro, tutto passa attraverso il disboscamento. E’ il caso della Colombia dove si stima che tra il 2001 e il 2014 siano spariti 22.400 ettari di boschi all’anno per far posto alle piantagioni di coca. A ciò si aggiungono le sostanze chimiche utilizzate per la produzione di cocaina e oppiacei che inquinano le campagne, o l’uso eccessivo di acqua in zone dell’Afghanistan. Tutto in nome del dio sballo.