SEXTORSION, LE TRAPPOLE DEL SESSO ONLINE

L’esca è un account social fake con una foto provocante come immagine del profilo. La vittima viene contattata e coinvolta, mano a mano, in conversazioni sempre più spinte. Dalla chat a Skype il passo e breve. Il dialogo diventa torbido, si trasforma in un gioco che aliena e al contempo crea dipendenza. Ci si scambiano ammiccamenti e provocazioni, si rivelano i propri gusti sessuali, le posizioni preferite per fare l’amore. Poi arriva la richiesta: una foto, un video hard o un incontro in webcam. In condizioni normali scatterebbe il rifiuto. Ma quando ci si è spinti troppo in là è difficile tornare indietro. Perché nel frattempo si è innescato un circolo vizioso che annichilisce i freni inibitori. Troppo forte il desiderio di trasgressione, di uscire dalla quotidianità, dalla routine di una vita solitaria o di coppia percepita come un’abitudine. La lenza, insomma, è ormai tesa e il malcapitato abbocca, cedendo alle richieste dell’adescatore. E’ l’inizio dell’incubo.

Il ricatto

Qualche tempo dopo, infatti, l’utente viene ricontattato. Ma stavolta dall’altra parte del pc o dello smartphone non c’è più l’amante virtuale col quale ha condiviso la propria intimità. C’è, invece, una persona diversa, che fissa una somma di denaro in cambio del riserbo sulle immagini e i filmati ricevuti. L’alternativa è la diffusione degli stessi, con conseguenze devastanti sulla vita privata e sulla reputazione.

Le vittime

La Polizia, tramite la sua pagina Fb “Una vita da social“, ha messo nuovamente in guardia gli utenti sulla sextorsion, cioè le estorsioni a sfondo sessuale sempre più diffuse sul web. Si tratta di un fenomeno in “ascesa”, di cui sono vittima soprattutto i maschi. L’adescamento è preceduto da un vero e proprio studio dei profili da contattare. Vengono selezionate sempre persone che hanno qualcosa da perdere con l’eventuale rivelazione del rapporto virtuale. Tra questi ci sono, in particolare, uomini e donne sposati, professionisti, manager e, in generale, individui che ricoprono incarichi lavorativi di primo piano.

La cronaca

Gli episodi di cronaca si sprecano. Recentemente è stata sgominata un’organizzazione formata da due tossicodipendenti (un uomo e una donna) lombardi che pubblicavano online finti annunci per prestazioni occasionali a pagamento. La sedicente escort si metteva in contatto col cliente dopo averne studiato nei dettagli i profili social per mettersi d’accordo su prezzo e prestazioni. Successivamente lo ricontattava minacciando di diffondere le conversazioni intrattenute se non le fosse stato versato quanto pattuito. Lo scorso anno un 30enne residente nella provincia di Napoli è finito in manette per un’estorsione a sfondo sessuale nei confronti di una 28enne di Imperia, da cui era riuscito a ottenere circa 6 mila euro attraverso 19 bonifici effettuati a suo favore. Nella sola Emilia Romagna nel 2014 le sextorsion rilevate dalla Polizia Postale sono state 195, con un incremento del 510% rispetto al 2013 (quando erano stati denunciati 32 casi). E oggi, con l’esplosione di nuove piattaforme web, il fenomeno non può che essere in crescita.

Prevenzione

Come per altre truffe online la migliore arma consiste nella prevenzione, cioè nell’innalzamento della soglia d’attenzione quando ci si confronta con i social media. E’ fondamentale non accettare l’amicizia di persone che non si conoscono o sospette. Essere contattati spontaneamente da utenti con foto particolarmente attraenti che chiedono di chattare con loro può essere un campanello d’allarme. Altra regola aurea è quella di non acconsentire mai alla richiesta di fornire foto, video o altro materiale potenzialmente compromettente. Da bandire le conversazioni via webcam con user sconosciuti. Chi si accorge di essere stato coinvolto in una sextorsion deve, senza vergogna, denunciare immediatamente il fatto alla Polizia Postale, avendo cura di informare immediatamente il gestore della piattaforma utilizzata, affinché possa provvedere a bannare il profilo fake. Nonostante le minacce è poi altrettanto importante non cedere alle richieste di denaro. Dopo la prima ne arriva, infatti, subito un altra. In uno strozzinaggio continuo, che soffoca dignità e capacità economica.