Perché i bambini col fegato grasso rischiano il diabete

“Un bambino con fegato grasso su due presenta accumuli di grasso anche nel pancreas. Questi bambini corrono un rischio di sviluppare insulinoresistenza e, quindi, diabete, 5 volte superiore alla media.” Questo è ciò che emerge da uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù (il primo in campo pediatrico a dimostrare la correlazione tra obesità e pancreas grasso) pubblicato sulla rivista Clinical Endocrinology. Il dottore Valerio Nobili, responsabile del reparto Malattie Epatometaboliche del Bambino Gesù, spiega che “I risultati confermano ancora una volta l’importanza di una diagnosi precoce e la necessita’ di uno screening mirato per tutti quei bambini con eccesso ponderale”.

Le nazioni occidentali, negli ultimi vent’anni, hanno assistito ad una vera e propria epidemia di obesità, con la comparsa in età pediatrica di “nuove” malattie. Spesso all’obesità si associa l’accumulo di tessuto adiposo in zone del corpo dove, di solito, non è presente (es. cuore, fegato, pancreas). Questo accumulo genera nuove patologie, come la steatosi pancreatica, cioè l’accumulo di grassi nel pancreas. L’ospedale spiega che “Negli adulti, i dati disponibili mettono in relazione la steatosi pancreatica con l’obesita’, l’insulino-resistenza, il diabete tipo 2 e la sindrome metabolica. Inoltre, e’ stata avanzata una possibile correlazione tra fegato grasso e steatosi pancreatica”.

Questo studio dimostra, inoltre, la frequenza e le implicazione clinico-laboratoristiche del pancreas grasso in un gruppo di bambini obesi. La steatosi pancreatica è presente nella metà dei piccoli pazienti. Si sottolinea “come questa condizione si associ aforme di insulino-resistenza più severe, con un rischio di presentare iperinsulinismo 5 volte maggiore rispetto ai pazienti senza accumuli di tessuto adiposo nel pancreas”. Cioè un maggior rischio di sviluppare in età giovanile un diabete di tipo 2. Nobili sostiene che “Lo studio suggerisce come i pazienti con obesità debbano essere studiati in maniera approfondita, ricercando segni precoci di rischio. Questo consentirà di individuare celermente i pazienti a maggior rischio di sviluppare complicanze metaboliche precoci e quindi più bisognosi di programmi di intervento mirati. I pazienti con steatosi pancreatica devono essere dunque considerati un gruppo ‘a rischio’ per lo sviluppo di un danno epatico e metabolico piu’ severo, e a maggior rischio di sviluppare diabete mellito tipo 2”-

Il dottor Marco Cappa, responsabile del reparto di endocrinologia del Bambino Gesù, conclude dicendo che “‘Lo studio in questione e’ di estrema importanza perché aggiunge un ulteriore tassello a quello che risulta essere il puzzle della sindrome metabolica come anticamera del diabete di tipo 2 nell’adulto. In particolare ci spiega, almeno in parte, perché solo alcuni dei bambini obesi con iperisulinismo sviluppano in età adulta il diabete di tipo 2. Se il dato della steatosi epato-pancreatica si associa al diabete di tipo 2 del giovane adulto si avrà la dimostrazione che la causa primaria scatenante la malattia diabetica parte dalla infiammazione scatenata dalla steatosi”.