Olocausto, il 4 agosto di 73 anni fa veniva arrestata Anna Frank

Dopo oltre due anni di clandestinità, il mattino del 4 agosto 1944 la Gestapo fa irruzione nell’alloggio segreto di Anna Frank e arresta, oltre alla giovane diventa famosa per il suo Diario, anche l’intera famiglia e dei clandestini amici dei Frank. Otto persone in tutto che verranno poi spedite, dentro dei soffocanti carri bestiame, in diversi campi di concentramento: è l’olocausto, la peggiore piaga della storia moderna. Moriranno tutti – eccetto il padre di Anna, Otto – nei campi di Auschwitz, Birkenau o, come Anna, a Bergen-Belsen.

Annelies Marie Frank, detta Anne, era nata a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929. Visse buona parte della sua esistenza ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, dove la famiglia si era rifugiata dopo l’ascesa al potere dei nazisti in Germania. In quanto ebrea, fu privata dal regime hitleriano della cittadinanza tedesca nel 1935, divenendo così apolide. Nel proprio diario, scritto nel periodo in cui lei e la sua famiglia si nascondevano dai nazisti, confidò che, dopo la guerra, avrebbe voluto ottenere la cittadinanza dei Paesi Bassi.

La sua vita cambiò radicalmente con la Seconda guerra mondiale: il 10 maggio 1940 l’Olanda fu attaccata e occupata dalla Wehrmacht tedesca. Nuove leggi antisemite toglievano progressivamente i diritti: come tutti gli ebrei, dovette abbandonare la scuola pubblica a favore di uno speciale liceo per sole ragazze ebree. Fu introdotto l’obbligo di registrarsi in un apposito registro anagrafico (in seguito dovettero registrare anche le loro biciclette) e, infine, furono obbligati a portare sui vestiti la stella gialla. Il 12 giugno 1942, Anna ricevette per il suo tredicesimo compleanno un quadernino a quadretti bianco e rosso, sul quale inizierà a scrivere (in olandese) il Diario.

La situazione della famiglia precipitò quando, il 5 luglio 1942, la sorella di Anna ricevette da parte dell’Ufficio Centrale per l’emigrazione ebraica ad Amsterdam un invito a comparire ai fini della successiva deportazione in un campo di lavoro. Se Margot non si fosse presentata spontaneamente, l’intera famiglia Frank sarebbe stata arrestata. Questo episodio spinse Otto Frank a nascondersi con la famiglia nella casa (“Achterhuis”) retrostante l’edificio in cui aveva sede la sua ditta. La porta che conduceva al retrocasa venne nascosta da una libreria girevole.

Il 6 luglio del ’42 cominciò per l’intera famiglia una vita in clandestinità, fino al giorno dell’arresto da parte della Gestapo, il 4 agosto del ’44, in seguito ad una segnalazione da parte di una persona che non è mai stata identificata. Tra i sospettati vi è un magazziniere della ditta paterna, tale Willem Van Maaren. Anna, nel Diario, afferma esplicitamente che Van Maaren nutriva dei sospetti sull’alloggio segreto, e lo descrive come “una persona notoriamente poco affidabile, molto curiosa e poco facile da prendere per il naso”.

L’8 agosto 1944 – solo sette giorni da quando Anna ha scritto, senza saperlo, l’ultima lettera del suo “Diario”, che termina incompiuto il 1 agosto 1944 – la giovane viene internata a Westerbork, il campo di raccolta destinato a radunare tutti gli ebrei dei Paesi Bassi, in attesa del trasferimento nei campi di sterminio in Polonia. Morirà a Bergen-Belsen nel febbraio o forse marzo del 1945 per una epidemia di tifo. Aveva 15 anni. Solo molti anni più tardi la ragazza diverrà, del milione e mezzo di bambini morti durante la Seconda guerra mondiale, il simbolo di tutti gli ebrei vittime dell’antisemitismo nazista.