MARILYN MONROE, 54 ANNI FA MORIVA LA BIONDA DIVA DI HOLLYWOOD

Sono passati esattamente 54 anni dalla morte di Marilyn Monroe, icona senza tempo di bellezza e sensualità. Il biondo mito di Hollywood venne trovata senza vita il 5 agosto del 1962 nel letto della sua abitazione al 12305 di Fifth Helena Drive, dove viveva da sola con la sua governante Eunice Murray. La diva aveva acquistato una villa per 90.000 dollari a Brentwood, un distretto di Los Angeles, in California. Quasi profeticamente, al termine di un vialetto, vi era inciso il motto latino Cursum perficio: “fine del viaggio”.

Un viaggio iniziato solo 36 anni prima, il 1 giugno del 1926, a Los Angeles da madre schizofrenica – che la diede in affido da piccolissima – e da padre ignoto. Ebbe un’infanzia anonima e andò a lavorare giovanissima. Si sposò a 16 anni costretta, a suo dire, dalla madre che voleva rifarsi una vita. Il matrimonio naufragò presto; intanto, Marilyn iniziava la sua carriera prima come modella, poi come attrice in piccole parti, senza mai ricevere il successo (e spesso neppure il guadagno) sperato.

La consacrazione che la portò a essere considerata una delle più grandi stelle del cinema arrivò nel 1953, dopo una lunga seri di flop. Darryl F. Zanuck la inserì cast del film “Niagara”, diretto da Henry Hathaway; il ruolo scelto per lei era quello di una femme fatale che trama per uccidere il marito. La sua sensualità ne decretò il successo. Lo stesso anno girò “Gli uomini preferiscono le bionde” (Gentlemen Prefer Blondes) di Howard Hawks che vide l’attrice protagonista del musical in cui doveva recitare, cantare e ballare insieme a Jane Russell. Nel ’59, dopo molti successi, arriva “A qualcuno piace caldo”. È l’apice della sua carriera e, al contempo, l’inizio della discesa. Nel ’61 gira “Gli spostati” con Clark Gable, che morirà poco dopo la fine delle riprese di infarto. Monroe era spesso malata e abusava di sonniferi e di alcool; nel mese di agosto di quell’anno venne ricoverata per dieci giorni in ospedale. Tornata sul set, riuscì a completare il lavoro; fu l’ultimo film completato della sua carriera.

Il 19 maggio al Madison Square Garden, durante i festeggiamenti per il compleanno del presidente John Fitzgerald Kennedy, cantò davanti a circa 15.000 persone “Happy Birthday, Mr. President”, indossando un abito color carne. Il presidente la ringraziò dicendo “Adesso, dopo aver ascoltato degli auguri così dolci, posso anche ritirarmi dalla politica”. Divennero amanti fin quando John non prese le distanze. Marilyn frequentò successivamente anche il fratello del presidente, Robert Kennedy (detto Bob), che fu ultimo dei suoi tanti amori.

Il giorno della sua morte venne trovata nuda e con in mano la cornetta del telefono. Secondo il dottor Thomas Noguchi, che eseguì l’autopsia, la morte di Marilyn era con “alta probabilità” un suicidio, dovuta a un’overdose di barbiturici. Ma l’incerta ricostruzione degli eventi di quella notte, la presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte e alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico hanno dato adito a molteplici interpretazioni.

Tra le varie versioni formulate, venne ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano nella Monroe, che si era detta pronta a confessare le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica; oppure, una vendetta della mafia americana nei confronti della famiglia Kennedy per alcune promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute. Morte naturale, omicidio o suicidio la verità probabilmente non verrà mai a galla, ma il mito vivrà per sempre.