L’Isis minaccia: “Siamo a sud di Roma”. Italiani in fuga dall’inferno libico

“Siamo a sud di Roma!” è l’ultima minaccia dell’Isis e arriva direttamente dalla Libia, l’ultima conquista dello Stato Islamico che ha occupato la città di Sirte, a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. “Sono a 300 miglia marine da noi” ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, non nascondendo la preoccupazione per una situazione che si fa di ora in ora più preoccupante. Nel frattempo prosegue il rientro in Patria dei nostri connazionali che si trovano nello Stato del Nord Africa, un’operazione gestita dalla Farnesina. Le persone evacuate sono arrivate intorno all’ora di pranzo all’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma).

Nel video diffuso dal Califfato in queste ore si vede la decapitazione di decine di egiziani copti, gli stessi rapiti a fine 2014 e di cui era stata annunciata l’esecuzione tra venerdì e sabato. Il quadro è da brividi e richiede soluzioni immediate, tanto che il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha chiamato a raccolta una coalizione europea, con la partecipazione degli Usa, guidata dall’Italia per ristabilire l’ordine in Libia e allontanare il pericolo. Ma la politica è divisa, se Forza Italia, con Berlusconi in testa che si rimprovera il rovesciamento di Gheddafi nel 2011, è pronta a sostenere un intervento militare, così come la maggioranza, Sel prende tempo e il M5S vede l’uso delle maniere forti come rischioso.

Nel quadro internazionale Malta si è detta pronta a fornire il suo appoggio in eventuali raid. Gentiloni (che i jihadisti definiscono “ministro crociato”) ha detto che “l’Italia resta al lavoro con la comunità internazionale per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo in Libia”. Una decisione andrà in ogni caso presa, aspettare non si può più.