L’Eni cede a Gazprom la quota del gasdotto South Stream

Gazprom si riprende le quote dell’operazione South Stream: la compagnia russa ha infatti annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare da Eni, EdF e Wintershall la metà dell’azienda incaricata di costruire le infrastrutture, la South Stream Transport. In questo modo, Gazprom controllerà il 100% della compagnia.

La notizia sullo scioglimento di South Stream era attesa e si aspettava solo che gli organi amministrativi interessati dessero corso a quanto già nelle cose. Il prezzo dell’operazione non è stato svelato: ma secondo alcune indiscrezioni, EdF e Wintershallavrebbero recuperato tutto il loro capitale investito. Eni, che controllava il 20% di South Stream Transport, non ha ancora rilasciato ancora nessun comunicato.

Il Cane a sei zampe dovrebbe rientrare di una cifra intorno ai 300 milioni di euro maggiorata degli interessi. Per gli azionisti occidentali era comunque già possibile esercitare un’opzione di uscita in caso di mancato finanziamento dell’opera. E proprio l’embargo finanziario decretato dall’Occidente nei confronti della Russia è stata una delle ragioni per cui Putin (e Gazprom) hanno dovuto rinunciare a South Stream. All’inizio di questo mese la Russia aveva deciso di abbandonare il progetto citando “l’ostruzionismo” da parte dell’Unione Europea e le crescenti tensioni che hanno portato allo scontro con Kiev.