LE SFIDE DELLA GENETICA: LA CLONAZIONE DEI MAMMUT

Il sogno del miliardario di Jurassick Park di clonare un animale estinto a partire da pochi frammenti di tessuto, potrebbe realizzarsi nei prossimi mesi. Non si tratta di fanta-fiction, bensì del prossimo – contestato – traguardo della genetica: quello di ricreare un mammut lanoso, specie di mammifero simile al moderno elefante che visse nel Pliocene 5 milioni di anni fa, grazie a un “puzzle” genetico.

I ricercatori sfruttano la familiarità del Dna degli antichi proboscidati – ottenuto dai resti di due mammut vissuti 20.000 e 60.000 anni fa – con quello dei moderni elefanti asiatici. Il confronto delle mappe genetiche ha infatti evidenziato che le due specie si sono evolute da un antenato comune. I ricercatori hanno prima selezionato i geni che hanno aiutato i grossi animali preistorici a resistere al freddo contenendo la perdita di calore – la pelle spessa, i peli lunghi e lanosi e i depositi di grasso – e li hanno poi ‘incastonati’ nelle cellule dell’elefante indiano utilizzando la tecnica chiamata Crispr. Tale tecnica permette di tagliare, come con una forbice, punti ben precisi del codice genetico. L’utilizzo del Crispr ha acceso recentemente un vivace dibattito scientifico – ed etico – riguardante l’effettiva sicurezza di tali manipolazioni da laboratorio sulla “mappa” della vita.

Al progetto sta lavorando il gruppo dell’università di Harvard guidato dal biologo George Church. L’obiettivo finale è quello di ricavare informazioni utili per riuscire a clonare elefanti in grado di sopravvivere in Siberia e al freddo artico. Il secondo passo dei ricercatori statunitensi sarà coltivare in laboratorio strutture tridimensionali simili agli organi (organoidi) a partire da cellule staminali. Il terzo passo potrebbe essere la clonazione di un mammut lanoso vero e proprio. La “resurrezione” di altre specie estinte, magari ancora più antiche quali tirannosauri e pterodattili, non è poi così tanto fantascientifica.