LAVORO SFRUTTATO NELLE MINIERE D’ORO

Nel giorno in cui si celebra il lavoro, occorre ricordare quanti, nel mondo, continuano a essere costretti ad attività umilianti, dannose per la salute e sottopagate. Come le migliaia di persone impiegate nell’estrazione illegale dell’oro in America Latina.

Preferito alla droga

Risulta difficile accostare alla parola “oro” a qualcosa di negativo, e invece oggi come oggi quel mercato porta più guadagni della droga, e sfrutta gli esseri umani. L’ultimo rapporto di ricerca “Crimine organizzato e oro illegalmente estratto in America Latina” (Organized Crime and Illegaly Mined Gold in Latin America del Global Initiative Against Transnational Organized Crime), dimostra come in alcuni Paesi del Sudamerica il nobile metallo sia ormai più importante per la criminalità organizzata dei narcotici.

In Perù e in Colombia ad esempio – i maggiori produttori di cocaina nel mondo – il valore delle esportazioni illegali dell’oro supera ora il valore delle esportazioni di cocaina. L’estrazione mineraria illegale è infatti oggi il modo più semplice e redditizio per riciclare denaro mai usato nella storia del traffico di droga colombiano.

Il business

Nel primo decennio del XXI secolo – si legge sempre nel rapporto – due tendenze si sono intersecate: i crescenti prezzi dell’oro hanno aumentato notevolmente la redditività dell’estrazione, mentre gli Stati Uniti hanno guidato la “guerra contro le droghe”, in particolare in Colombia e Messico (“Plan Colombia” e “Iniziativa Merida” ), il che ha ridotto notevolmente la redditività del traffico di droga dall’America Latina negli Usa.

Di conseguenza, i gruppi criminali che controllano il traffico di droga sono passati al business dell’oro, e la natura frammentata dell’estrazione artigianale in America Latina ha facilitato notevolmente il loro ingresso nel giro d’affari. Questi gruppi si sono rapidamente resi conto che prendere il controllo delle miniere distanti dall’attenzione del governo, significava gestire le imprese che lavoravano nel settore e generare margini di profitto più elevati, con un rischio molto inferiore.

Prezzi in calo

Anche se i prezzi mondiali dell’oro sono diminuiti gradualmente negli ultimi anni, i gruppi criminali organizzati hanno continuato a guidare l’espansione del settore minerario illegale: circa il 28% dell’oro estratto in Perù, il 30% in Bolivia, il 77% in Ecuador, l’80% dell’oro estratto in Colombia e l’80-90% dell’oro venezuelano viene prodotto illegalmente.

Lavoro sfruttato

L’attività mineraria illegale impiega centinaia di migliaia di lavoratori in tutta l’America Latina, molti dei quali sono vittime dello sfruttamento del lavoro; e dietro a questo mondo si nasconde anche il traffico di esseri umani. La schiavitù dunque esiste ancora, solo che è ignorata dai governi e invisibile alle telecamere. Il terrore non è globale, ma colpisce solo che viene preso e costretto a lavorare all’estrazione del prezioso metallo, dunque invisibile.

E se l’estrazione mineraria legale, solitamente legata alle grandi multinazionali, è una delle attività più distruttive nel mondo perché distrugge il suolo e l’ambiente, inquina le acque e obbliga le comunità ad abbandonare la propria terra, quella illegale ha gli stessi effetti, però moltiplicati.

Impatto

Tra il 2001 e il 2013 sono stati abbattuti 168 mila ettari di foresta e la Colombia ha perso tra il 2000 e il 2015 il 5% delle proprie foreste. Nello stato di Madre de Dios nel Perù sudorientale, lo studio del Global Initiative ha riportato che l’estrazione illegale di oro distrugge ogni giorno dai 5 ai 10 ettari di foresta pluviale protetta.

La costruzione della Interoceanic Highway che collega la costa est e la costa ovest dell’America Latina passando per il Brasile e il Perù ha distrutto la foresta amazzonica e sta facilitando l’espansione dell’estrazione mineraria informale e illegale perché l’accesso a nuove aree diventa più facile per i lavoratori.

L’età del sangue

La nuova età dell’oro non ha nulla a che fare con la mitologia greca – che immaginava un tempo di prosperità e abbondanza, dove gli esseri umani vivevano senza bisogno di leggi, né avevano la necessità di coltivare la terra perché da essa cresceva spontaneamente ogni genere di pianta, né quella di costruire navi per cercare altre terre; e non ha a che fare nemmeno con l’affascinante “corsa” che caratterizzò gli Stati Uniti d’America nel XIX secolo. Oggi dietro al metallo più prezioso c’è sangue e dolore, distruzione e business illegale. Non sporca quanto il petrolio, non uccide come la droga, ma è parimenti devastante.