L’amico è sordo, i compagni di classe imparano il Lis per non isolarlo

Quando si tratta di fare del bene, i bambini si dimostrano modelli esemplari. In ambito scolastico non sempre è facile rapportarsi con ragazzi affetti da disabilità, e ciò dimostra le tante falle del sistema d’istruzione. Ma alcune volte l’approccio con persone con mancanze fisiche si risolve come per magia, grazie ad un’idea “giusta” che coinvolge a pieno tutto il personale scolastico: alunni, insegnanti e familiari.

Un bambino sordo a scuola

A Sarajevo il piccolo Zejd inizia a frequentare la prima elementare. Sordo sin dalla nascita, il bambino ha sempre comunicato attraverso il linguaggio dei segni. Riuscire ad integrarlo con tutta classe è stata una sfida difficile, sia per i genitori che per gli insegnanti. Da qui l’idea di coinvolgere tutta la classe in un’attività didattica utile, divertente per i bambini, inclusiva per Zejd, ma soprattutto formativa: lezioni di linguaggio dei segni. Per tutti: alunni e maestri.

Una colletta per imparare la Lis

Per farlo sono state coinvolte anche le famiglie degli scolari che hanno raccolto, attraverso una colletta, la somma necessaria per pagare un esperto che istruisse i figli. Nel giro di poco tempo i bambini hanno appreso il linguaggio nuovo che ha permesso loro di comunicare con il compagno di classe. Per Zejd è stata l’occasione per acquisire autostima e per non sentirsi escluso dal resto della classe. I giovani studenti hanno iniziato ad impegnarsi anche con i genitori a casa. In poco tempo una barriera apparentemente insormontabile, si sbriciola. Tutto è dovuto alla buona volontà degli adulti e dall’entusiasmo dei bambini. Un gesto che deve diventare un modello per tutti.