L’ALLARME DI HUMAN RIGHTS WATCH: 41 ATTACCHI CONTRO STRUTTURE SANITARIE NEL 2014

Un nuovo rapporto è stato reso pubblico oggi dall’associazione non governativa Human Rights Watch e dalla Coalizione per la salvaguardia della salute nei conflitti, in concomitanza con l’annuale vertice dei ministri della Sanità i corso a Gineva. “Attacks on Health: Global Report” è la denuncia di tutti gli attacchi che si sono verificati contro le  strtture mediche, gli operatori sanitari e i pazienti in almeno 17 Paesi in tutto il mondo.

Nel corso dell’ultimo anno, denuncia il rapporto, si sono segnalati 41 episodi di attacchi armati contro ospedali, cliniche e personale sanitario in Afghanistan, mentre 45 operatori sanitari sono stati uccisi in Nigeria e in Pakistan. Nello stesso periodo in Siria 194 operatori sanitari sono stati uccisi e 104 strutture mediche sono state attaccate, mentre in Sud Sudan 58 persone sono state uccise in quattro ospedali in una serie di attacchi nei primi mesi del 2014 e in Ucraina orientale tra il 30 e il 70 per cento degli operatori sanitari hanno abbandonato la regione a causa dell’insicurezza.

Nello Yemen, inoltre, i militanti di al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) hanno effettuato attacchi contro le strutture sanitarie nei primi mesi del 2014, mentre dall’inizio del 2015 la coalizione a guida saudita ha condotto attacchi aerei che hanno colpito ospedali e interrotto le forniture mediche. Attacchi contro strutture e personale sanitario si sono registrati anche nella Repubblica centrafricana.

“L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto ai Paesi Membri nel mese di dicembre di adottare misure concrete per migliorare la protezione per gli operatori sanitari”, ha detto Leonard Rubenstein, presidente della coalizione, che comprende diverse organizzazioni non governative. “Tuttavia, gli attacchi mirati in corso contro le strutture sanitarie, la violenza contro gli operatori sanitari e l’assenza di un adeguato sistema giudiziario ci dicono che deve essere fatto molto di più”, si legge nel rapporto, che invita quindi l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a implementare sistemi più efficaci per la raccolta e diffusione di informazioni sugli attacchi alle strutture e al personale medico ed esorta i governi e i gruppi armati non statali a fare di più per prevenire gli attacchi e a perseguire i responsabili.