La Turchia espelle 830 europei aspiranti jihadisti

La Turchia è in prima linea contro la Jihad. Negli ultimi due anni il paese guidato da Tayyp Erdogan ha fermato ed espulso circa 830 europei aspiranti miliziani che tentavano di entrare in Siria e Iraq per arruolarsi nell’Isis. Lo ha scritto oggi lo Hurriyet online. Il quotidiano turco, pur non citando le fonti, afferma che le autorità locali hanno spiccato mandati di arresto nei confronti di 2mila persone sospettate di essere entrate nelle fila del Califfato Islamico.

Il governo di Ankara (del partito islamista) è stato più volte accusato dall’opposizione di aver appoggiato in Siria non solo ribelli sunniti “ufficiali” dell’Els ma anche i gruppi jihadisti come l’Isis. L’esecutivo turco, però, ha sempre rimandato al mittente le insinuazioni. Anzi, secondo Hurriyet, sarebbero state, di recente, costituiti speciali team incaricati di controllare aeroporti e frontiere terrestri verso Iraq e Siria.

Squadre permanenti hanno sorvegliato i due principali scali di Istanbul, Ataturk sulla sponda europea e Sabiha Gokcen su quella asiatica. Circa 240 passeggeri sarebbero stati fermati perché sospettati di volersi arruolare nelle milizie, 56 sono stati espulsi senza accertamenti. la stampa turca sostiene che gli Usa starebbero facendo pressione su Ankara perché blocchi le “autostrade della Jihad”.