LA SPOSA “VENDUTA”

Ci sono parti del mondo dove non è consentito essere bambini, perché la guerra schiaccia ogni aspirazione di normalità. Ce ne sono altre, nelle periferie più sperdute, dove non è la guerra né la povertà, ma la cultura stessa – dando al termine una valenza che stride con il suo significato più profondo – ad impedirlo. Tanto più se si è donna. E’ il caso del Bangladesh, nel quale da anni diverse organizzazioni internazionali stanno facendo pressione per superare la “normalità” delle violazioni dei diritti delle donne e in particolare delle bambine, problema peraltro diffuso in molti paesi asiatici e altro Yemen, Giordania, Siria, Bangladesh e Afghanistan.

Un’organizzazione per i diritti delle donne, Bangladesh Mahila Parishad, ha riferito i risultati di un’analisi effettuata a partire dalle notizie di stampa, secondo cui almeno 423 donne e ragazze erano state vittime di varie forme di violenza nel solo ottobre 2014. L’organizzazione ha dichiarato che oltre 100 di queste donne erano state stuprate, 11 delle quali successivamente uccise. Più di 40 erano state vittime di violenza fisica perché le loro famiglie non avevano potuto fornire la dote richiesta dal marito o dalla sua famiglia; di queste, 16 erano morte a causa delle ferite riportate. Donne e ragazze sono inoltre anche vittime di violenza domestica, aggressioni con l’acido e tratta.

Secondo i dati dell’Unicef, il Bangladesh è il paese al mondo con il più alto tasso di matrimoni di bambine al di sotto dei 15 anni; il 2 per cento delle spose ha meno di 11 anni. Per Amnesty International il fenomeno dei matrimoni precoci è diffuso in Asia meridionale visto che il 46 per cento delle ragazze viene dato in sposa prima di aver compiuto 18 anni; è diffuso principalmente nelle zone rurali più povere, dove le famiglie non hanno mezzi per garantire l’istruzione alle figlie e il matrimonio è l’unico modo per sopravvivere e per proteggerle da soprusi e molestie sessuali ancora molto diffusi nel Paese; o meglio, in molti casi è un modo per “codificarli” all’interno di una situazione stabile e accettata dalla società.

E questo nonostante la legge. Dal 1929, infatti, il governo del Bangladesh (Marriage Restraint Act) vieta i matrimoni precoci e dal 1980 l’età minima per sposarsi è stata fissata a 18 anni per le donne e 21 per gli uomini. Nonostante ciò, il 65 per cento delle donne diventa moglie prima della maggiore età.

Ecco perché proprio pochi giorni fa, Australia, Brac (la più grande ong che si occupa di povertà e sviluppo nel mondo) e Regno Unito hanno ribadito il proprio impegno a lavorare con il governo del Bangladesh a porre fine il matrimonio precoce. Nel rilasciare la dichiarazione, direttore esecutivo di Brac, dottor Muhammad Musa ha detto, “Ogni giorno, Brac aiuta le ragazze in Bangladesh a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso un approccio globale che include la creazione economiche, opportunità di istruzione e salute. Dopo oltre 40 anni di esperienza nel portare avanti le donne dei diritti delle ragazze, siamo determinati oggi più che mai”.

Per Jane Edmondson, Country Representative del Dipartimento del Regno Unito per lo Sviluppo Internazionale, “pratiche dannose in Bangladesh come la gravidanza, il matrimonio forzato e la violenza domestica rendono difficile la crescita delle ragazze. Hanno meno probabilità di finire la scuola e meno probabilità di trovare lavoro. Cambiare tutto questo è essenziale per ridurre la povertà in Bangladesh e raggiungere una crescita economica sostenibile “.

“Aiutare le giovani donne e le ragazze per raggiungere il loro pieno potenziale è fondamentale per il Bangladesh raggiungere i suoi obiettivi economici e sociali”, ha aggiunto l’Alto Commissario australiano, Julia Niblett. “Questo è il motivo per cui l‘Australia, insieme con il Regno Unito, è orgogliosa di sostenere gli sforzi del Brac per potenziare le ragazze, sostenendo loro di raggiungere il loro pieno potenziale”.

Per amore di verità va detto che in Bangladesh sono stati compiuti notevoli progressi nel migliorare la vita delle adolescenti negli ultimi 15 anni. Ci sono più giovani nelle scuole e l’accesso all’assistenza sanitaria è migliorata, ma tutto si ferma troppo presto, nel momento in cui si viene costretti al matrimonio. Il Paese soffre ancora uno dei più alti tassi di matrimonio infantile nel mondo, e con esso il dramma di un’infanzia negata.