LA SFIDA CHE IN TERRIS VINCE DA TRE ANNI

A 3 anni un bambino è in grado di pronunciare frasi brevi, imparare filastrocche, fare piccoli lavori manuali, assumersi le prime responsabilità e mangiare da solo. Per un essere umano quest’età è un prolungamento dell’alba cominciata con la nascita. Tanta la strada davanti, poca quella dietro le spalle. Per un giornale può valere esattamente l’opposto. Nello stesso lasso di tempo avrà compiuto un percorso enorme, raccontando fatti, storie, lieti eventi e drammi. Potrà aver svolto un lavoro eccellente senza, tuttavia, avere le stesse certezze sul suo futuro che ha un bimbo di 3 anni. Colpa della crisi (quella dell’editoria è terribile), di una società multimediale in cui è saltata l’attività di mediazione e filtro una volta operata dai mezzi di informazione e di una rincorsa alle notizie divenuta sempre più spregiudicata annichilendo la regola aurea del “cercare, verificare, pubblicare“, sostituita con quella, rischiosa e controproducente, del “pubblica il prima possibile“, vero antefatto delle fake news e principale causa della perdita di credibilità della nostra categoria.

I frutti del lavoro

Da 3 anni In Terris naviga in queste acque, su cui si alternano tempeste, bonacce e venti favorevoli, riuscendo, tuttavia, a condurre sempre la nave in porto per poi ripartire. C’è chi lo ritiene un autentico miracolo (considerati i tempi). Noi, al netto del disegno provvidenziale che ci vuole evidentemente ancora vivi e vegeti, preferiamo considerare questo risultato come il frutto di un lavoro fatto bene. Ogni giorno la redazione produce più di 50 articoli, distribuiti nei 12 “servizi” di cui il giornale si compone. Sulla nostra homepage si alternano notizie di stringente attualità e focus auto-prodotti, con i quali approfondiamo singoli argomenti per offrire al lettore una panoramica più ampia. A ciò si aggiungono i settori che ci caratterizzano, come lo “schiaffo” e il commento del giorno (che di volta in volta può essere “editoriale“, “intervento“, “opinione” o “In Caelis“, a seconda dell’argomento trattato, del mondo in cui viene fatto e dell’autore). A uso e consumo di un pubblico più “social” abbiamo poi pensato al “Bocciato” e al nostro settore Open, dove diamo spazio ad argomenti più leggeri, come Salute, Curiosità, Cucina e così via. Un aspetto molto importante è rappresentato dal profilo internazionale di In Terris, non solo nei temi trattati, ma anche nella redazione di articoli in lingue diverse da quella italiana. Oggi abbiamo una versione inglese costantemente aggiornata ma abbiamo anche proposto pezzi in spagnolo, portoghese, polacco, russo e arabo. Una scelta editoriale che ci ha consentito di essere conosciuti nei 4 continenti, anche grazie a un lavoro sui social media svolto in modo capillare.

E passiamo all’annuncio: per assicurare ai nostri utenti un prodotto sempre più al passo dei tempi In Terris nei prossimi giorni uscirà con una veste rinnovata, non solo dal punto di vista del layout ma anche dei contenuti, dando maggiore spazio all’approfondimento dei temi legati ai suoi tre argomenti pilastro: Esteri, Sociale e Religioni.

Conferme e sorprese

Entreremo nel dettaglio del nuovo sito a tempo debito. Oggi ci interessa, più che altro, tracciare un bilancio di questi 3 anni e dei risultati raggiunti. In particolare quello delle visualizzazioni, che si avvicinano a 20 milioni. Monitorare continuamente le statistiche ci consente non solo di verificare se la nostra offerta funzioni o meno ma anche di conoscere i gusti dei lettori e gli argomenti che giudicano più accattivanti. Alcuni sono stati una conferma. Pensiamo, ad esempio, all’articolo di padre Francesco Bamonte (presidente dell’Aie) sul rapporto tra satanismo e Halloween. O a quello che ha raccontato il terribile fenomeno del Blue Whale Game. O, infine, all’editoriale dal titolo choc “Come uccidere un prete“, del nostro direttore, don Aldo Buonaiuto. Altri, invece, hanno rappresentato una piacevole sorpresa. Come il pezzo di costume sulla festa dei mancini. O quello, scientifico, sul possibile approdo in Italia del calabrone killer asiatico. Articoli che hanno macinato centinaia di migliaia di clic.  

La qualità prima di tutto

Non sono, poi, mancati pezzi nei quali abbiamo affrontato temi importanti sul piano politico, sociale e culturale. Come lo schiaffo/intervista all’editorialista da Parigi del Corriere della Sera, Massimo Nava, che ci ha aiutati a capire la situazione in Turchia a un anno dal tentato golpe. O il colloquio con mons. Savio Hon Tai Fai, segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, sulla condizione dei cattolici in Cina. O, ancora, l’analisi sul dramma della tratta di esseri umani effettuata insieme al presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Contributi importanti sono poi arrivati da personaggi del mondo dello sport – come il presidente della Fifa, Gianni Infantino – delle istituzioni – tra cui l’ex premier Enrico Letta – e del mondo cattolico, come Massimo Gandolfini.

Sostieni In Terris

Questi piccoli grandi successi hanno consentito a In Terris di crescere e consolidarsi. Sono stati un’iniezione di fiducia e carburante che hanno impedito al nostro motore di entrare in riserva e, poi, di fermarsi. A ciò va aggiunto il contributo economico che centinaia di benefattori del mondo cattolico, dell’imprenditoria, della politica e della società civile ci ha assicurato. La celebrazione di questi 3 anni si traduce allora anche in un ringraziamento a quanti ci hanno aiutati ad andare avanti e in un appello, rivolto a lettori affezionati e simpatizzanti, a non smettere di sostenerci. Il germoglio è cresciuto, ha messo radici più solide in un terreno accidentato ed è divenuto pianta. Ma per vivere e tramutarsi in albero secolare ha bisogno ancora di acqua e buona volontà.